Il pronto soccorso di Cairo continua ad essere al centro del dibattito politico. Infiammata ieri sera l’assemblea pubblica promossa dal Comitato Sanitario Locale, durante la quale non sono mancate accuse e polemiche.
A partire dall’intervento del vice sindaco di Cairo Giovanni Ligorio che ha affermato: “ Non esiste attualmente un progetto tecnico e politico credibile per il nostro Ospedale, non ci sono e non si intravedono personalità in grado di assumersi responsabilità di conduzione ed azioni tali da non far affondare il nostro Ospedale dietro l’alibi della mancanza di risorse, quando quest’ultime vengono utilizzate spesso impropriamente!Non è possibile definire la nostra struttura con il termine “Ospedale”, quando all’interno di essa esiste solo un Primario di Medicina e tutte le altre Unità Operative sono solo strutture semplici dipartimentali.Al nostro territorio non è indispensabile una day surgery all’avanguardia, che di fatto già esiste, sono invece indispensabili gli 8 posti di chirurgia che supportati da una conduzione dipartimentale seria e presente, garantirebbero di seguire le patologie chirurgiche del territorio, consentendo al PS di non ricorrere in appoggi impropri in Medicina o Riabilitazione come attualmente avviene, con pazienti che dal Pronto Soccorso vengono indirizzati a Medicina visto che Chirurgia è chiusa, ma se Medicina non ha posto allora parcheggiati in Riabilitazione. Un gioco a rimpiattino utilizzando personale che non è specializzato per tale compito.Non tutti gli accessi chirurgici necessitano di interventi complessi, pertanto le patologie trattabili in sicurezza possono trovare soluzione presso gli 8 posti chirurgici in coabitazione con gli altri della day surgery.Secondo il protocollo d’intesa la Chirurgia di Savona rifiuta i pazienti da Cairo se non vengono accompagnati da tutta la completa diagnostica; ma ci sono oggettive difficoltà spesso per i pazienti del Pronto Soccorso con Radiologia: se è pomeriggio, se manca l’anestesista la cui presenza è indispensabile per certi esami, e Savona rifiuta il paziente, allora che si fa? Lo si parcheggia.
Prosegue ancora Ligorio: “Ormai il diritto alla salute e all’assistenza è solo di chi ha disponibilità finanziarie. Come mai per fare un’ecografia con l’Asl devo dire che c’è una lista di attesa di 8 mesi, mentre a pagamento, con gli stessi apparecchi e gli stessi medici, due giorni e si può fare? Non è così che si farà sopravvivere il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cairo. Sono necessarie scelte di coraggio politico. É necessario formulare insieme un progetto credibile di estrema collaborazione tra tutti gli operatori ospedalieri e non essere schiavi di presunti protocolli operativi stilati non si sa mai da chi e soprattutto non nell’interesse finale dei malati!”
Accuse che vengono immediatamente smentite dal dottor Manlio Venturino della Radiologia: “Non mi risulta ci siano i problemi tra Radiologia e Pronto soccorso evidenziati da Ligorio. Un conto è una dialettica professionale tra medici sull'opportunità di certi esami, un conto è asserire che ci sia ostracismo o non disponibilità da parte di Radiologia. Sui pazienti parcheggiati nei reparti di appoggio non è questione di nostra competenza. E' necessaria una maggiore collaborazione e sinergia tra Cairo e Savona, però mi risulta che un medico che da Savona o qualsiasi altro ospedale prenda in carico un paziente pretende che gli esami vengano fatti nella struttura dove lui opera e non a Cairo (Ligorio invece parla di protocollo d'intesa). Ligorio ha gettato discredito su un reparto che invece ha dato e continua a dare tanto per questo ospedale”.
Intanto, la diminuzione dei servizi e delle prestazioni offerte dal nosocomio cairese sta già avendo pesanti ripercussioni sulla mole di lavoro delle pubbliche assistenze, aumentata in maniera vertiginosa. Come spiega il presidente della Croce Bianca di Cairo Piero Ferraro: “Nel 2011 , con 85 volontari, di cui 45 “viaggianti” abbiamo compiuto 5112 viaggi, di cui 1182 emergenze, ovvero 14 viaggi e 475 km al giorno, complessivamente per gli 11 mezzi, con 131 ore di viaggi per ogni milite ed un totale di 173 mila chilometri.Ma il dato preoccupante è che a dicembre abbiamo effettuato 395 viaggi. Mentre a gennaio, solo nei primi 19 giorni, sono già 244. Con tale aumento esponenziale del carico di lavoro è impossibile riuscire a garantire il servizio”.
E il sindaco Briano ribadisce la proposta già lanciata nei giorni scorsi:" I medici devono tornare a fare i medici e uscire dagli uffici. A cominciare dal personale del Distretto socio sanitario delle Bormide, ma non solo, basti pensare all’Agenzia Sanitaria Regionale. Non si fa altro che parlare di tagli e ridimensionamenti, perché quindi non tagliare medici burocrati e mega stipendi invece che penalizzare solo e sempre i cittadini?”.
Una posizione, quella di Briano, in netto contrasto con quella del direttore sanitario del Distretto Dottor Felice Rota che commenta: “Mi sembra solo una provocazione senza alcuna conoscenza della realtà”.