“Cimento invernale” d’emergenza per una volontaria della Protezione Animali savonese

E’ accaduto sulla spiaggia dello scaletto a Savona, dove un gabbiano comune, già mutilato ad una zampa da un amo, si è impigliato nelle lenze delle canne da pesca di alcuni pescatori; nel tentativo di liberarsi i fili lo hanno avvolto ancora di più ed è caduto in acqua, cominciando ad annaspare con l’unica ala rimasta libera; a questo punto uno dei pescatori, impietosito, ha telefonato al cellulare di reperibilità del soccorso della fauna selvatica dell’Enpa; l’operatrice, Maria Diani, è subito intervenuta e si è tuffata in acqua, raggiungendo il malcapitato volatile ormai finito ad una ventina di metri da riva; è stato poi ricoverato presso la sede di via Cavour e liberato, non senza fatica, da alcuni metri di lenze; ora sta bene e verrà rimesso in mare al termine delle cure; sta bene anche la soccorritrice, abituata a fare il bagno tutto l’anno e ad effettuare soccorsi del genere.  

Sono decine gli uccelli recuperati ogni anno dall’Enpa, soprattutto gabbiani e colombi, a causa di ami, esche artificiali e lenze in cui si impigliano, abbandonati dai pescatori, con grave pericolo anche per le persone, soprattutto bambini.

Il soccorso della fauna selvatica ferita e in difficoltà è di competenza della Provincia, che da due anni ne affida il compito in convenzione all’Enpa; purtroppo, per il crescente numero di soggetti ricoverati, le spese vive sostenute dall’associazione hanno largamente superato il contributo elargito da Palazzo Nervi.

La convenzione è scaduta il 31 dicembre e l’associazione spera in un rinnovo più consistente, continuando tuttavia a garantire il servizio; l’accordo prevede l’intervento, esclusi cinghiali, caprioli e daini (ma comprendente i lattanti di queste specie), in ambienti urbani, spiagge e strade; nelle zone agricole e forestali la competenza rimane agi Ambiti di Caccia; nei territori dei parchi e delle riserve regionali (Beigua, Bergeggi, Gallinara, Piana Crixia, Ceriale e Millesimo) il soccorso spetta ai relativi organi di gestione, che rimangono però vergognosamente inadempienti dopo decenni dalla loro istituzione.