L’Ufficio VIA regionale ha espresso parere positivo di compatibilità ambientale in merito al progetto relativo alla realizzazione di un impianto di riattivazione di carboni attivi esausti della capacità di 10 t/giorno presentato dalla ditta GALE srl di Milano. (richiesta dell’ottobre 2009).
Un passo indietro: la sede produttiva della GALE, ubicata all’interno delle aree ex Agrimont, a Bragno, nel 1999 è stata ampliata in seguito a una crescita del mercato: partendo da carboni attivi grezzi, Gale produce più di 60 tipi diversi di carbone attivo, coprendo i più svariati campi di applicazione, dalla potabilizzazione dell’acqua al trattamento delle acque reflue industriali, dalla decolorazione al trattamento degli avvelenamenti. Oggi la superficie coperta totale dello stabilimento è di circa 1300 mq e comprende il capannone dove si trova il reparto produzione, circa 1000 mq, e un magazzino per lo stoccaggio dei prodotti finiti di circa 300 mq. La superfìcie scoperta invece è di circa 2700 mq.
La nuova attività che GALE srl intende intraprendere, forte, come detto, della crescente richiesta del mercato, consiste nel recupero R7 di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, costituiti da carboni attivi esausti provenienti da impianti di trattamento di reflui industriali, di recupero solventi, potabilizzazione, industrie alimentari. E’ compreso anche lo stoccaggio, fino a un massimo di 100 t totali, dei rifiuti in ingresso all'impianto in funzione dell'attività di recupero R7 che consisterà essenzialmente nel ritiro presso il cliente del carbone attivo esaurito, trasporto fino all'impianto GALE, effettuazione della riattivazione termica, confezionamento finale del prodotto e restituzione al cliente. In quest’ottica, è prevista una capacità produttiva a regime pari a 2800 t/a di carbone riattivato, e capacità massima dell'impianto pari a 3600 t/a.
L'impianto per la riattivazione dei carboni attivi esausti sarà installato nel piazzale antistante il capannone di GALE srl, interamente pavimentato e attualmente impiegato per il deposito delle materie prime,all'interno dei confini dello stabilimento esistente la cui produzione attuale rimarrà inalterata. L'area interessata dal nuovo impianto sarà dì circa 300 mq sui 1000 totali del piazzale. L’impianto si svilupperà con un forno rotativo in cui il carbone attivo esausto viene portato ad alta temperatura in assenza di aria. Così le sostanze passano allo stato gassoso e vengono inviate a un post-combustore dove vengono bruciate in eccesso di aria mediante pirolisi. Successivamente il carbone rigenerato viene raffreddato e scaricato e i gas provenienti dal post-combustore, dopo essere passati attraverso un recuperatore di calore, vengono ulteriormente raffreddati con acqua e lavati in una torre di lavaggio ad acqua a pH controllato e infine scaricati. Il forno di riattivazione ha capacità 450 kg/h pari a 10.8 t/giorno. La riattivazione del carbone avviene a una temperatura di circa 900°C. Il carbone esausto proveniente da impianti di trattamento aria arriverà allo stabilimento in sacconi da 1 mc; mentre quello proveniente da impianti di depurazione delle acque viene conferito sfuso in autocisterne, attrezzate per lo scarico idraulico. Per quanto riguarda l’aumento del traffico pesante, ad oggi il numero di viaggi di mezzi pesanti per il trasporto di materie prime e prodotti è di circa 200 l'anno. Con l'attivazione del nuovo impianto si può prevedere un numero totale di viaggi di mezzi pesanti pari a circa 500 l'anno, e cioè mediamente due al giorno.
Di fronte a tali dati, la Regione non ritiene che l'attivazione del nuovo impianto presso lo stabilimento di GALE srl possa, quindi, determinare impatti significativi sulla viabilità locale. L'acqua necessaria ai processi industriali deriva da un pozzo di subalveo del fiume Bormida che si trova all'interno del perimetro del capannone. GALE srl è stata autorizzata alla derivazione di acqua da tale pozzo per uso industriale con atto dirigenziale di concessione rilasciato dalla Provincia di Savona per una durata di 30 anni e per una quantità di 1.39 1/s (5000 1/h). Il pozzo era preesistente alla data dell'installazione dell'impianto attuale (1998).
Scarse le ricadute occupazionali, visto che si prevede l'assunzione di 5-6 nuovi addetti. Al contrario, business molto vantaggioso: l'utilizzo principale dei carboni attivi avviene negli acquedotti che li impiegano per la purificazione dell'acqua potabile; un altro importante settore di mercato per i carboni attivi riguarda la purificazione dell'aria. Sulla base della tendenza attuale e anche a causa del considerevole aumento del prezzo dei carboni attivi vergini, il servizio di riattivazione è sempre più richiesto e se ne prevede un incremento del 15-20% nei prossimi 3-4 anni. Attualmente in Italia sono attivi tre impianti con capacità produttiva installata totale pari a circa 15.000 t/a. Secondo la Regione, dal punto di vista strettamente ambientale l'impianto di riattivazione di carboni attivi costituisce l'alternativa al conferimento in discarica del materiale esausto dando luogo ad un circuito virtuoso costituito.
Di ben altro parere le associazioni ambientaliste. Ad iniziare da “Progetto Vita e Ambiente”, dove la presidente, Nadia Bertetto, spiega: “Tutto è un ciclo virtuoso, tutto è encomiabile per l’ambiente… A patto, però, che arrivi in Val Bormida! Lontano da Genova e dalla Riviera, compresso in quello che sta ormai diventando il comparto dei rifiuti e di tutte le produzioni che non si vogliono. Ne abbiamo proprio parlato l’altra sera, in una riunione tra le associazioni ambientaliste. Il disegno è chiaro, evidente, lampante: discarica della Filippa, biodigestore, ora l’ampliamento della GALE che porterà altri rifiuti, aprendo pericolosamente la porta a certe tipologie”. La Bertetto sottolinea: “Non si tratta di criticare a priori, o di contestare la validità di certi impianti, o la loro gestione (la Filippa fa ormai collezioni di certificazioni ed attestati…), ma possibile che tutti, ma proprio tutti, debbano insediarsi qui, in un’area che ha già così duramente pagato, con vite umane e con una monocultura industriale che poi si è sgretolata, lo scotto dell’inquinamento? Quell’etichetta “area ad alto rischio ambientale” da volano per bonifica, incentivi e nuove produzioni ed occupazione, è diventato una sorta di passepartout per propinare a questa valle tutto ciò che da altri parti non vogliono”. Prosegue: “e quale dovrebbe essere il metro per garantire la nostra salute, l’ambiente e la sicurezza, quello finora utilizzato per l’Italiana Coke? Sono quelle le garanzie e la sicurezza che Regione e Provincia intendono darci?”. Entrando, poi, nello specifico, conclude: “Il nuovo impianto della GALE avrà una capacità enorme, di 10 tonnellate al giorno! Da dove arriverà quel carbone esausto? Non certo dalla Valle Bormida, e non certo solo da innocue applicazioni. Di quali e quanti rifiuti, e di quale pericolosità, sarà impregnato quel carbone esausto che, guarda caso, si verrà a rigenerare a Cairo?”