"La popolazione è invitata a partecipare.
E’ un’altra delle iniziative promosse dal Consigliere Regionale del PdL Marco Melgrati, dopo la campagna di manifesti, il volantinaggio, la raccolta di firme a supporto di quella già promossa da altri soggetti in Albenga, quali le organizzazioni sindacali, la Croce bianca e altri.
Non sarà l’ultima e siamo disposti a scendere in piazza, per manifestare sia ad Albenga che davanti alla Regione in Piazza de Ferrari, contro i tagli di reparti di eccellenza del nosocomio Albenganese: la chiusura del reparto di Ortopedia, la paventata chiusura della chirurgia.
Come ho già avuto modo di dire “è assurdo spostare una delle eccellenze del Santa Maria Misericordia, in un momento dove si annulla l’appalto per la creazione delle nuove sale operatorie del Santa Corona, e non si può pensare di far traslocare un reparto come questo, magistralmente diretto dal Dottor Falchero. Ma allora la volontà popolare non conta nulla? E le migliaia e migliaia di firme che diversi soggetti non politici e anche il P.d.L. stanno raccogliendo, per non depauperare i servizi dell’Ospedale di Albenga, ma non solo, non contano proprio niente…attenzione, Burlando, Montaldo e Miceli, a mettervi contro alla volontà popolare”.
E per quanto riguarda l’Ospedale di Cairo, saremo al fianco del Presidente della Commissione Sanità Quaini nel difendere anche quell’Ospedale. Ma Stefano Quaini è autorevole membro della maggioranza in Regione…volendo ha i mezzi per far saltare un accordo di così basso profilo per Albenga e Cairo Montenotte; ci sono altre cose da poter contrattare con la Giunta Regionale, e il gruppo dell’IdV è un gruppo importante in Regione, che esprime anche il Vicepresidente della Giunta Regionale…vedremo se dalle parole si passerà ai fatti…noi del PdL ci siamo.
Siamo molto allarmati rispetto all’assurda ipotesi di trasformazione dell’Ospedale di Cairo in Casa della Salute, perché i tagli alla sanità stanno facendo venire meno l’offerta sanitaria nella Val Bormida, in particolare rispetto alle notevoli complessità sotto il profilo della morfologia del territorio e dei collegamenti.
Non possiamo lasciare la Val Bormida priva di un presidio di urgenza quale il Pronto Soccorso e di reparti efficienti, che danno delle risposte ai cittadini.
Nemmeno la controproposta di un Poliambulatorio, in cambio della soppressione, e non del declassamento del Pronto Soccorso, già grave, come in un primo tempo ipotizzato, potrebbe essere accettabile e accettata dalla popolazione Valbormidese, che, in caso di emergenza sanitaria, vedrebbe dilatati al massimo i tempio di risposta, soprattutto in caso di neve".
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