Abbiam deciso di andare a vedere visto che la cifra stanziata per questo simpatico su e giù si aggirerebbe in tutto tra i 70 e i 100 milioni di euro, quasi 200 miliardi delle vecche, gloriose Lire.
Saliamo in via Ranco, sopra il porto di Savona, in collina. Bel posto.
I cancelli delle funivie sono aperti.
Entriamo con tanto di moto, giacca gialla fluorescente e luci accese. Nessuno ci ferma, anzi, ci salutano.
Arriviamo nel cuore del faticoso impianto là dove i fantomatici nastri gommosi che trasportano il carbone lo rovesciano - o meglio dovrebbero rovesciarlo - nei vagonetti in partenza per un focus amenus come Bragno.
Gran rumore, ma non si muove una foglia.
Il tempo di darci un occhiata intorno e… i vagonetti paiono proprio fermi, e certamente vuoti.
Facciamo due foto, non facciamo a tempo a risalire in moto che… “Lei chi è?!” Giornalista. Ah, mi faccia vedere un tesserino. Facciamo presente che non hanno diritto di chiederlo ma per quieto vivere e per evitare l’intervento dei soliti Carabinieri che ormai ci conoscono a memoria, mostriamo.
“Me lo lascia…” Non ci penso nemmeno.
Segue consueto battibecco, ma i vagonetti non vanno. E soprattutto, sono vuoti.