Politica - 29 novembre 2011, 12:13

"Albenga è" interviene sulla situazione sanitaria del ponente savonese

L’ospedale del ponente Santa Corona - Santa Maria di Misericordia non deve servire a giochi di potere

"Albenga è" interviene sulla situazione sanitaria del ponente savonese

Le sorprendenti recenti dichiarazioni che annunciavano la chiusura ad Albenga del reparto di Chirurgia non sortiranno l’effetto sperato, se lo scopo è quello di ostacolare l’integrazione tra i due plessi dell’Ospedale del Ponente di Pietra-Albenga.

Il gruppo civico “Albenga è”  si pone avverso, come sempre, ad ogni ipotesi che possa penalizzare l’offerta sanitaria pubblica.

Siamo felici di aver appreso che il capogruppo del PD si sia ravveduto rispetto alle sue esternazioni ai primari di Albenga del 4/11/11 e che ora abbia cambiato idea, invertendo la rotta e sostenendo invece la connotazione pubblica dell’ospedale di Albenga,  nonché  dichiarandosi adesso favorevole a fermare la privatizzazione e la paventata chiusura.

Così come plaudiamo al fatto che il Sindaco di Albenga Rosalia Guarnieri, dopo settimane di letargico sonno, abbia con sapiente fiuto politico deciso di cavalcare la più che legittima rabbia della popolazione che si sta vedendo scippare il proprio modernissimo ospedale

Tutte le 120.000 persone del comprensorio ingauno sono grate (e tra queste in particolarmodo gli oltre 10.000 ingauni firmatari della petizione!..).

Ciononostante, superato lo stupore iniziale, pur assegnando un modesto “peso” al valore della singolare e stravagante uscita, siamo convinti che queste ultime dichiarazioni, debbano inevitabilmente subire alcune osservazioni critiche.

Come è possibile sottrarre il reparto di Chirurgia ad un Ospedale Pubblico, che dispone di 4 sale operatorie nuovissime e di eccellenza,  uniche in Italia?

Che  tipo di integrazione e razionalizzazione si immagina di ottenere, limitando l’attività chirurgica ove invece andrebbe incrementata?

Perché non utilizzare appieno le potenzialità chirurgiche strutturali già presenti?

E ancora: sopprimendo ortopedia e chirurgia come pare quest’ultima proposta voglia intendere, vi è la consapevolezza di quanti posti letto l’Ospedale di Albenga perderebbe?

Scendendo sotto le 100 unità se ne decreterebbe così soltanto la morte, secondo i parametri AGENAS? Si vuole questo?

 Come si può immaginare un trasferimento della Chirurgia ingauna a Pietra Ligure, dove oggi si apprende che la ristrutturazione del nuovo blocco operatorio è divenuta impraticabile per ovvii motivi di spesa?

Non ci sembra attendibile né razionale, l’utilizzo delle risorse in questo stravagante modo, che lascia intuire non l’auspicato potenziamento e utilizzo intensivo delle risorse bensì ampi e inquietanti sospetti del declassamento dell’Ospedale di Albenga.

Chissà, volendo esser maliziosi, tutto ciò parrebbe invece ipoteticamente prodromico ad un incremento della quota privata entro le mura ospedaliere.

Inoltre, sempre relativamente alle dichiarazioni rese alla stampa, è utile sottolineare che la “società mista convenzionata” a cui si fa riferimento, invece, è una società interamente privata e non mista, non convenzionata ma a cui è stata appalta l’esecuzione di interventi chirurgici protesici, con un “progetto di sperimentazione gestionale” sanitaria teso al recupero delle fughe. Recupero tutto da verificare e aleatorio sotto molteplici punti di vista.    

Noi ci poniamo avverso a questa maniera di agire, che sembra soltanto essere tesa a scatenare strumentali polemiche tra i due ospedali di Pietra e Albenga, ostacolando l’integrazione che già è in atto e che dovrebbe condurre ad una perfetta sinergia tra i due nosocomi che dovrebbero costituire l’Ospedale del Ponente di Pietra Ligure –Albenga con l’intento reale di abbattere i costi e migliorare il servizio.

Ci sembra che le “fantasie fatte circolare ad arte” invece, siano proprio platealmente mirate a scatenare soltanto polemiche, ultime di una lunga serie che ormai da molti mesi angosciano e preoccupano la popolazione del ponente,  e che come fine ultimo, lasciano intendere di essere indirizzate ad ostacolare l’integrazione che potrebbe condurre ad unico ospedale del ponente.

E' importante ricordare che penalizzando l'offerta sanitaria, si generano soltanto lunghissime liste d'attesa che obbligano la gente a doversi recare nel basso piemonte, generando così soltanto una nuova esposizione di costi che la Regione Liguria dovrà poi pagare alla Regione Piemonte sotto forma di D.R.G.... ma soprattutto si crea disservizio e disagio ai primi destinatari che, si vogliamo ricordare, sono i cittadini che pagano le tasse.

Possiamo ancora credere che questa sia programmazione?

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