Attualità - 17 novembre 2011, 09:52

Ubik: esce domani "All'ombra delle ciminiere"

Domani finalmente in libreria l'attesissimo libro "All'ombra delle ciminiere", l'inquietante storia della centrale a carbone di Vado Ligure, di chi è costretto a viverci sotto da una vita, la storia dei bambini che giocano a pochi metri dagli impianti perché nessuno ha avuto mai il coraggio di raccontar loro la verità

Ubik: esce domani "All'ombra delle ciminiere"

Domani finalmente in libreria l'attesissimo libro "All'ombra delle ciminiere" (251 pagine, prefazione di Antonio Ricci), l'inquietante storia della centrale a carbone di Vado Ligure, di chi è costretto a viverci sotto da una vita, la storia dei bambini che giocano a pochi metri dagli impianti perché nessuno ha avuto mai il coraggio di raccontar loro la verità. 'All'ombra delle ciminiere' appunto, un ombra scura come il carbone, e che insieme al carbone ti porti dentro, come un’onta.

E' sì la storia di 40 anni di pesante inquinamento a Savona con gravissimi danni all'ambiente e alle persone, ma non solo, anche di omissioni, imposizioni, gravi e compiacenti sottostime, tangenti, indagati.

E' la storia delle tante parole usate per decenni da manager e amministratori accondiscendenti, o perlomeno indulgenti, per giustificare, legittimare e perpetuare lo scempio ambientale di 5.000 tonnellate di carbone bruciate ogni giorno.

Per decenni è stato detto ai savonesi che 'va tutto bene', non ci sono pericoli. Ora i dati ci sono, e parlano per la Provincia di Savona di migliaia di morti premature in più rispetto alla media regionale (1.356 decessi in più fra i maschi e 1.308 nelle femmine in soltanto 16 anni), con percentuali che peggiorano quanto più ci si avvicina alla centrale, in particolare per i tumori al polmone, vescica e laringe, le patologie cardiovascolari come infarti, emorragie cerebrali, ictus.

Ci chiediamo: perché, per tumore ai polmoni tra gli uomini ogni 100.000 abitanti, in Italia muoiono all'anno 54 persone, a Savona 97, a Vado Ligure 112, ovvero più del doppio? Perché, tra le femmine, se in Italia muoiono 7 donne, a Noli ne muoiono 36, ovvero più di cinque volte tanto?

Sette contro trentasei?

Migliaia di morti in più a Savona, senza che nessuno degli amministratori abbia mai provato a fornire una spiegazione...

Parliamo di numeri, migliaia di numeri. Ma dietro ogni numero c’è una persona.

La Magistratura (che ha già a disposizione il materiale del libro) sta indagando, e ha aperto due filoni di inchiesta per i gravissimi reati di lesioni colpose e omicidio colposo plurimo.

La centrale ha iniziato a funzionare negli anni ’70 in via sperimentale, e continua a funzionare ancora oggi, pur non essendo allineata alle normative in materia e benché sia ancora priva della obbligatoria Autorizzazione Integrata Ambientale. Nonostante tutto ciò, i manager di questa centrale hanno chiesto e recentemente ottenuto l’ampliamento di potenza, nonostante la contrarietà del territorio e della popolazione (tutti i 18 Comuni interessati hanno deliberato contro, oltre che partiti, associazioni, personalità locali, ordine dei medici, curia), una cittadinanza che non vuol veder compromessa la sua importante vocazione turistica e agroalimentare.

Peraltro la centrale, come emerge nel libro, è stata illecitamente usata in passato, e forse lo sarà anche in futuro, anche per bruciare rifiuti e copertoni. Quante volte, vedendo uscire il fumo dalle ciminiere, o sentendo una puzza diversa, gli abitanti si sono chiesti spaventati cosa si starà bruciando. Tra le righe del libro, forse, la risposta: “in quelle ciminiere forse si stanno bruciando i nostri diritti, il diritto e all’autodeterminazione, il diritto alla vita e alla salute sanciti dalla Costituzione Italiana, si sta bruciando la nostra capacità di indignazione, la nostra possibilità di scegliere democraticamente l’ambiente in cui far vivere i nostri figli”.

Perché dobbiamo morire in silenzio per non ostacolare gli interessi economici di un grande gruppo privato?

Perché, nel momento in cui alcune persone devono decidere su un progetto dal devastante impatto ambientale, scompaiono i volti delle persone, le storie spezzate, la rabbia dei cittadini malati?

Il rispetto per la vita e per l’ambiente non può e non deve far parte di un mero gioco di interessi politici ed economici, ma deve invece far parte dei valori primari ed inalienabili di ogni popolo civile. Produrre energia non è un fine ma un mezzo per far funzionare la società in cui viviamo: è etico e doveroso investire capitali per produrre energia con le metodiche meno inquinanti possibili, compatibili con la salute dei cittadini.

com. Ubik

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