Politica - 15 novembre 2011, 18:19

I lavori del Consiglio regionale del pomeriggio: modificato il piano casa

Al termine di un lungo dibattito, con 24 voti a favore (centrosinistra, Lega e Gino Garibaldi, Pdl), 1 contrario (Aldo Siri - Liste civiche per Biasotti presidente) e 1 astenuto (Giacomo Conti, Federazione della sinistra) è stato approvato il disegno di legge “Modifiche alla legge regionale 3 novembre 200, n° 49 (Misure urgenti per il rilancio dell’attività edilizia e per la riqualificazione del patrimonio urbanistico-edilizio) e successive modificazioni ed integrazioni.”

I lavori del Consiglio regionale del pomeriggio: modificato il piano casa

 

In commissione il centro destra aveva votato contro, in Consiglio questo atteggiamento è cambiato: al momento del voto una parte dei consiglieri, fra cui Matteo Rosso, Roberto Bagnasco e Marco Melgrati (Pdl), dopo aver criticato la legge, hanno abbandonato l’aula.

 


Dalla legge stessa è stato stralciato l’articolo sulle procedure per l’alienazione degli immobili che verrà inserito in un prossimo provvedimento.


Come ha spiegato nella sua relazione di maggioranza il presidente della commissione Territorio e Ambiente Massimo Donzella (Noi con Claudio Burlando) il provvedimento approvato oggi si è reso necessario dopo l’approvazione lo scorso maggio del Decreto Sviluppo poi convertito in legge lo scorso luglio assicurando alcuni correttivi per assicurare l’obiettivo di razionalizzare il patrimonio edilizio esistente e quello di riqualificare le aree urbane degradate anche utilizzando bonus volumetrici senza però occupare con colate di cemento nuove porzioni di un territorio già molto utilizzato. Il Decreto Sviluppo non è nato per il nostro territorio già troppo cementificato. «Per questo abbiamo impedito l'applicazione automatica di norme che prevedevano aumenti volumetrici del 20% per gli edifici residenziali e del 10% per quelli destinati ad attività produttive, incrementi che si sarebbero sommati ai precedenti già previsti. La fragilità del territorio ligure, confermata dalle ultime tragiche alluvioni, non poteva sopportare ulteriori costruzioni».

Il provvedimento tuttavia prevede alcuni interventi «che – ha spiegato Donzella - consentono di chiarire alcuni punti del piano casa e di introdurre alcune facilitazioni per i cittadini». E' stato stabilito che l'ampliamento di volume dei fabbricati ''condonati'' si calcola misurando l'edificio nel suo complesso e poi sottraendo la parte condonata. E' stato anche stabilito che chi demolisce e ricostruisce un edificio può rifarlo a una distanza di 25 metri anche su un terreno acquistato in contemporanea con la nuova costruzione. E' stata infine sancita la possibilità al proprietario di due fabbricati di demolirli entrambi e costruire un unico edificio con gli ampliamenti previsti dal piano casa: «In questo modo - ha spiegato il presidente della commissione - evitiamo due ampliamenti su due distinti edifici risparmiando superficie costruita e migliorando anche la qualità delle costruzioni e dell’uso del territorio». In particolare si pensa ai “casoni” e ai capanni diffusi in alcune zone agricole e ormai abbandonati e degradati. Se appartenenti ad un unico lotto, si potranno demolire e accorpare i volumi in un unico edificio che garantisca l’abitazione ad alcune famiglie. L’altra modifica riguarda i locali interrati su tre lati. Per favorire il proprietario il locale interrato che viene ricostruito viene calcolato con un volume inferiore di un terzo a quello esistente e viene trasferito con destinazione residenziale con un incremento del 20%.

Dure critiche al provvedimento sono venute da Marco Melgrati (Pdl) , che al momento del voto ha abbandonato l’aula. Nella sua relazione di minoranza il consigliere ha criticato la decisione di non accettare nuovi emendamenti definendo il fatto ''molto grave'' e chiedendo l'applicazione di quanto previsto nel Decreto Sviluppo approvato dal governo nazionale. Melgrati ha contestato tutti i punti della legge: «Quello che approviamo oggi non rappresenta un elemento di novità, nel “piano casa” del Governo Berlusconi. È una rincorsa, da parte di questa amministrazione regionale, a evitare che una legge operativa dal 12 novembre dia i suoi frutti in Liguria. La visione completamente diversa tra il legislatore nazionale e quello regionale ha portato a una “diminutio” degli obiettivi di questa legge, che era nata per dare impulso al settore edilizio, in grande sofferenza. Chiedo che il Decreto Sviluppo sia applicato, perché questa modifica è solo un palliativo per impedire l’azione del Governo in Liguria. Il piano casa regionale contesta che possano accedere agli incrementi volumetrici, e questo secondo noi è un errore basilare, così come imporre limiti di metri cubi. Un altro grave errore è stato non discutere gli emendamenti presentati in commissione, sia di minoranza che di maggioranza. Questa legge non ha portato vantaggi all’edilizia: non si tratta di speculazione o cementificazione, questo provvedimento riguarda esclusivamente il costruito e le riqualificazioni, non certo nuove costruzioni. In Liguria non è stata fatta nessuna politica per l’edilizia. Non chiediamo di fare nuovi volumi, chiediamo di ristrutturare e ampliare l’esistente».

Annunciando l’intenzione della Lega Nord di non ostacolare l’approvazione di questa legge, Maurizio Torterolo (Lega Nord Liguria – Padania) ha detto: «Abbiamo approvato circa un anno fa il primo piano casa, che è stato un fallimento e ha disatteso le aspettative dei cittadini e soprattutto delle imprese edilizio. Ha prodotto più richieste di approfondimento che risultati. La colpa è dei troppi vetri incrociati che portano a sterili polemiche e non servono ai cittadini e ciò accade quando ci si preoccupa troppo di ciò che i media trasmetteranno. Ci sarebbe stata la necessità di approfondire di più in commissione».

«Credevo che quelle di Melgrati fossero provocazioni, - ha detto Alessandro Benzi (Federazione della sinistra) - invece sono dichiarazioni vergognose e irresponsabili. I migliori spot contro questa legge sono proprio quelli di Melgrati e il miglior sponsor per il ricompattamento di questa maggioranza: ha detto che l’attuale piano casa mette lacci e lacciuoli e che le modifiche dell’assessore non aggiungono nulla al piano casa e che non si è voluta cogliere la filosofia del legislatore. Dopo le alluvioni non si possono proporre queste cose: abbiate almeno la decenza di far passare un po’ di tempo. Gli errori nell’urbanizzazione degli anni ‘50 e ‘60 sono stati anche del centro sinistra, ma la maggioranza ha fatto autocritica sul consumo del territorio. È incredibile che il Pdl invece proponga di cementificare ancora. Dobbiamo fare nostri gli appelli, da quelli della procura a quelli degli ordini professionali, se non capiamo che non si può andare avanti così e che si deve fare una pianificazione più restrittiva. Il pacchetto di emendamenti proposti da Melgrati va nella direzione opposta degli interventi fatti dalla stessa minoranza ieri, sebbene con accenti diversi. Oggi dovremmo discutere di come fare per non aggiungere rischi ai rischi già esistenti».

«Dovremmo ringraziare Melgrati – ha detto Sergio Scibilia (Pd) - perché ogni volta che interviene ci rinsalda nelle nostre convinzioni. Questo piano è stralciato da una normativa generale sull’edilizia, c’era già la volontà di questa Giunta di semplificare queste norme per renderle accessibili a tutti. Una delle maggiori disgrazie del nostro Paese è non avere una normativa chiara e consentire che ogni campanile interpreti le leggi a proprio piacimento. In Liguria ci sono case sotto il livello della strada, queste cose non devono accadere mai più. Con capacità di autocritica abbiamo rivisto alcuni aspetti che non erano chiari, perché la priorità deve essere la sicurezza per il cittadino. Occorre riscrivere un codice regionale per tutelare le zone di vincolo ambientale. ».

Annunciando il voto favorevole del Pdl, Gino Garibaldi (Pdl) ha detto: «Torneremo a discutere alcuni articoli in commissione. La Regione doveva far capire che costruire sul costruito senza sprecare il territorio era una buona occasione per far capire che dopo tanti anni bisogna ammodernare. La legge sul piano casa dava proprio l’incentivo per non fare spopolare l’entroterra e per recuperare un patrimonio edilizio che si sta distruggendo. I problemi legati all’alluvione sono legati allo spopolamento dell’entroterra. Non si può parlare solo dei tagli fatti dal Governo, il vero problema è che noi dobbiamo essere propositivi. Il condono è stato uno sviluppo non corretto del territorio perché c’erano delle regole poco chiare. Ormai i condoni edilizi sono sanati, non solo da un punto di vista legale, ma anche strutturale. Non possono esserci chiusure ideologiche sul cemento».

«Imbarazzante – ha detto Roberto Bagnasco (Pdl) - ascoltare gli interventi contraddittori della maggioranza. Il piano casa in Liguria è stato applicato in maniera non solo limitativa, ma anche sbagliata».

Matteo Rossi (Sel) ha detto: «Il Pdl è in una confusione estrema, il che si evince dal voto negativo in commissione che oggi diventa positivo. Ditemi in quale regione il piano casa ha dato risultati: per riqualificare il patrimonio edilizio esistente ci vogliono altri tipi di legge. Non capisco neanche la Lega Nord, partito federalista, che accetta che il piano casa nazionale vada a incidere così pesantemente sulle politiche regionali. Il cemento non tira più: confrontiamoci sulle cose che davvero possono far ripartire l’economia. Come si ripopolano le campagne? Non certo deregolamentando le costruzioni, ma incentivando il ritorno dei giovani in campagna, valorizzando i lavori manuali. Squalificante discutere oggi di questo, dopo quello che è accaduto.»

Duro l’intervento di Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) sulla tutela ambientale: «Nel centrodestra – ha detto - esiste una componente ambientalista moderata che è una novità. Le tragedie dei giorni scorsi, e quelle future – perché se andiamo in questa direzione non mancheranno – sono ascrivibili a chi ha permesso di costruire interi quartieri in modo dissennato. Non si può avere la demenza, la scelleratezza di approvare un regolamento che riduce le distanze per edificare lungo gli argini e poi venire in Consiglio a piangere lacrime di coccodrillo. Non si può fare “ambientalismo di maniera”, tutti hanno sulla coscienza le vittime dell’alluvione. La Liguria è la Regione che ha la più alta percentuale – 43% - di cementificazione del territorio.»

Giacomo Conti ha manifestato le sue perplessità sul provvedimento. E, dopo aver definito la discussione «un po’ kafkiana», ha chiarito: «Dovremmo essere chiamati su una legislazione relativa al giusto uso del territorio. Oggi bisognerebbe andare verso un testo unico. Credo che questo sia un obbligo del Consiglio regionale, visto anche quanto è stato detto ieri, commentando gli eventi alluvionali. Ieri abbiamo annunciato tante cose, ma alla fine ci troviamo a valutare provvedimenti che premiano i “furbetti del quartierino”. Questo provvedimento è sbagliato, è fuffa e non è funzionale al rilancio dell’economia. Un unico elemento buono, in questo provvedimento assurdo, può essere individuato: iniziare a costruire sull’esistente. Per il resto questo provvedimento è inattuabile. L’incremento di volume del 20% non è attuabile nelle nostre realtà. Dobbiamo proporre una nuova legislazione sulle tematiche urbanistiche. Il Piano casa è una legge sbagliata e io non l’approverò. Non propone una visione di insieme della pianificazione territoriale e sottrae potere ai sindaci. Dobbiamo pianificare “bene”».

Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria - Padania): «Votando questo provvedimento noi non ci stiamo ravvedendo rispetto al passato. Il nostro è un atteggiamento di responsabilità in questo momento storico. Adesso siamo in presenza di un decreto nazionale e il nostro atteggiamento, condiviso dall’intero gruppo, rappresenta un segnale di forte e ampia responsabilità».

Per dichiarazione di voto sono intervenuti: Massimo Donzella (Noi con Claudio Burlando), Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente), Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria – Padania), Marco Melgrati (Pdl), Gino Garibaldi (Pdl), Maurizio Torterolo (Lega Nord Liguria - Padania).





No alla chiusura dello stabilimento Alcatel di Genova

All'unanimità è stato approvato un ordine del giorno (primo firmatario Gino Garibaldi, Pdl) contro la possibilità che il gruppo Alcatel Lucent chiuda lo stabilimento di Genova entro il 2012. Il documento impegna la Giunta perché "siano poste in essere tutte le azioni possibili per tutelare e difendere l'industria tecnologica ligure, anche con la convocazione di un tavolo, interpellando e coinvolgendo tutte le parti interessate, per giungere a definire un programma ed una strategia chiara e condivisa per scongiurare la chiusura del centro di ricerche genovese da parte di Alcatel-Lucent". Il documento impegna inoltre la Giunta ad attivarsi presso il Ministero dello Sviluppo economico affinché venga fatta chiarezza sulle prospettive del gruppo. Lo stabilimento genovese inaugurato nel 2005, è un centro di ricerca che occupa 60 persone e che sviluppa soluzioni per reti a banda larga in ambito metropolitano destinate al mercato internazionale.



Mantenimento dell’Agenzia doganale di Ventimiglia

All’unanimità è stato approvato un ordine del giorno, primo firmatario Sergio Scibilia (Pd), contro la possibile soppressione della Sezione doganale di Ventimiglia, situata all’interno dell’autoporto. Dopo aver rimarcato che la sezione svolge importanti servizi doganali e tributari anche nel settore accise, il documento impegna il presidente e la Giunta regionale a individuare e mettere in atto tutte le azioni ritenute opportune al fine di mantenere le attività di agenzia doganale presenti nella città di frontiera, evitando lo spostamento in altre sedi, facendosi parte attiva presso la Direzione regionale delle Dogane della Liguria.



Quorum: 21 voti

com.

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