Siamo tutti coinvolti in questa girandola di precarietà. Indignati lo sono i ventenni, i trentenni, ma anche gli over 40 che, capro espiatorio questa crisi-pantano in cui più ci muoviamo e più affondiamo, sono stati licenziati e rimangono sospesi nel limbo dei “troppo giovani” per andare in pensione, “troppo maturi” per essere appetibili sul mercato del lavoro. Un incubo raccontato dagli sguardi e dalle parole della videolettera “Non siamo scarti” in cui i disoccupati over 40 si appellano al ministro Tremonti per non essere dimenticati.
I protagonisti della docu-lettera fanno parte dell'associazione Atdal e la videolettera - che in questi mesi ha fatto il giro del web e ha vinto diversi premi - è un prodotto del collettivo savonese DietroLeQuinte Savona, da un'idea di Mimmo Lombezzi, per la regia di Stefano De Felici e Monica Castellano.
I disoccupati che hanno perso il lavoro dopo i 40 anni sono un milione e mezzo e gli over 50, 200.000 non potranno mai andare in pensione. Troppo in là con gli anni per lavorare, troppo giovani per andare in pensione si rivolgono al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: “Vogliamo dirle che noi, onorevole, noi espulsi dal lavoro, da questa crisi non siamo ancora usciti”.
Storie che la recente, spocchiosa e infelice esclamazione del ministro Brunetta (“Sono loro, i precari della P.A., la vergogna dell'Italia”) rende ancora più amare.
Il video “Non siamo scarti” di 4 minuti si trova su Youtube ed è rimbalzato non solo sul web, ma anche sulla stampa nazionale. A parlare sono le storie e i visi provati di Marco Sanbruna, 46 anni, Dilva Giannelli, 58 anni, Fedele Sposato, 63 anni, Nicola Di Natale, 57 anni, Giovanni Laratta, 54 anni che passano le loro giornate tra centri per l'impiego, agenzie interinali e corsi di formazione e che fanno parte dell'Atdal, associazione nata nel 2002 per la tutela dei diritti dei lavoratori over 40 di cui fanno parte i cosiddetti “disoccupati maturi” che secondo i dati dell'Istat sono 512 mila tra i 35 e i 44 anni, 327 mila tra i 45 e i 54 anni e 100 mila tra i 54 e i 65.
Gli uomini e le donne che si raccontano nel video, stanno affrontato un presente grigio, precario, dove il dramma lavorativo si somma a quello personale fatto di ripercussioni psicologiche, famiglie distrutte, case abbandonate. Ma dalla loro voce emergono il coraggio, l'energia, la rabbia di chi non è più disposto a tacere e come ogni lettera esige, aspettano dal Governo, una risposta concreta. Ecco le loro parole: “Ho paura di essere costretto a vivere in questa maniera per il resto della mia vita” sussurra alla telecamera Marco Sambruna 46 anni, “ho paura di non poter garantire alla mia attuale fidanzata e futura moglie un livello di benessere economico sufficiente, ho paura di perdere la fiducia in me stesso”.
“Noi, signor ministro” leggono insieme Marco, Dilva, Fedele, Nicola e Giovanni, “Noi l'età dell'oro non abbiamo avuto il piacere di conoscerla, siamo stati i primi a conoscere il tallone di ferro di questa crisi che secondo i tg del suo governo è alle nostre spalle, noi onorevole Tremonti, noi espulsi dal lavoro quando avevamo quarant'anni da quella crisi non siamo ancora usciti. In Italia siamo un milione e mezzo, un milione e mezzo di scarti, di persone troppo vecchie per trovare un altro lavoro troppo giovani per andare in pensione. Noi, gli scarti, le chiediamo di ascoltare la voce degli italiani derubati dal dio mercato e che la patria dimentica ogni giorno”.
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