IL PUNTO DI MARIO MOLINARI - 07 ottobre 2011, 09:59

Apple perchè

Ora che è morto ne parlano proprio tutti. Ma fino a ieri, bastava provare ad andare in un qualunque comune, in un qualunque negozio, scuola, ufficio pubblico e privato per vedere sui tavoli tutto tranne un Mac. Eppure i computer della mela si, sono leggermente più costosi, ma infinitamente più semplici, intuitivi, affidabili. Sono stati e sono un passo avanti rispetto agli altri. A tutti gli altri

Apple perchè

Solo negli ultimi tempi quando un libero professionista poteva scegliere, non vincolato da qualche software antidiluviano di contabilità, sceglieva un Apple, un Mac.

Ebbi forse la fortuna di incappare nella “mela” nel lontano 1993. Da allora, tutte le volte che mi capitava per lavoro, o per dare una mano ad amici in panne con i loro PC, mi sono sempre chiesto: com’è possibile?

Com’è possibile vivere e lavorare con una sorta di protesi come il computer, se questo non fa altro che porti domande stupide, se la gran parte del suo tempo la passa a non funzionare correttamente, se ogni cosa semplice viene complicata da procedure cervellotiche, se ogni sei mesi devi portarlo in braccio all’assistenza perché a preso qualche virus, qualche malware, qualche spyware, perché rallenta in maniera esasperante, perché improvvisamente non funziona più?

Ed è proprio lì che ho trovato la risposta, o forse una di esse: l’assistenza.

Anzi, la vendita / assistenza.

In gran parte infatti sono autentiche balle i tanto paventati problemi di “compatibilità” disposti a dissuasore di coloro che in un negozio “misto” volevano comprare un Apple. Non è vero. Era ed è interesse stesso di Apple rendersi più compatibile possibile col resto del mondo, venendo da una nicchia.

E allora perché così poca diffusione, in proporzione? Dopo 10 anni il motivo mi apparse in tutta la sua banale semplicità: i Mac si rompono meno, sono semplici da usare e di assistenza, non ne hanno praticamente bisogno. E purtroppo chi vende computer proprio di assistenza campa, non di vendita.

Ancor meno per Apple, che riconosce ai rivenditori (sbagliando di grosso) una quota che va dal 3 al 6% massimo. Non ci campi. E chi te lo compra sparisce. Perchè? Perchè il computer funziona. E’ semplice, non ha virus.

Detto poco.

E allora giù tutti a consigliar PC delle più strane fogge e delle più strane marche. Che più si guastano, meglio è. Migliaia in Italia, milioni di persone al mondo campano di questo. Di computer che si infettano o che si guastano.

Una metafora informatica di come - anche in questo caso - il peggio prevalga sul meglio.

Ma che sia il meglio ed i migliori ad andarsene, almeno questo, è un concetto intimamente assodato; e forse solo da ora si capiranno tutti i passi avanti che non sono stati fatti, tutti i denari che la collettività ha buttato in inutili assistenze, tutto il progresso che non c’è stato (e non esagero) grazie a chi ha creduto in scelte miopi ed antiquate, a chi ha fabbricato prodotti già vecchi e che anziché sviluppare idee pur avendone le risorse, correvano dietro alla mela cercando di imitarne i successi e le visioni degli ultimi 15 anni.

Forse ora si capirà, di questi 15 anni che l’umanità intera ha perso nelle gattabuie delle cantine dell’assistenza, o “col tecnico in ufficio, 'che i computer davan problemi”

Forse, grazie anche a gadgets come l’iPhone - che gli storici utenti della mela non hanno mai apprezzato del tutto - la semplicità e l’intelligenza di Jobs andranno ancor più conquistando posizioni, ora che il mercato è libero da grigi cardenzoni buoni per le poste (povero Adriano Olivetti, lui si che era un Jobs italiano)

La sua Azienda fiorente, lungimirante, che costruiva le case per i propri operai, è stata sgretolata, distrutta, divorata da gente grigia dentro e senza idee come un M24.

Contiamo che la stessa cosa non succeda alla mela, e che il morso, l'assaggio, l'ebbrezza del gusto del semplice, dell'efficace, del bello, rimanga.

Finale: da una vecchia scatola di un mac, ancora bella, emerge un mouse pad che ha oltre dieci anni ormai. C'è una foto: una finestra, un tavolo di legno, un vecchio apple, ancora di quelli neri. Seduto davanti, col mouse in mano, un bambino col pannolone, di spalle. Forse sta accendendo il suo primo computer, per la prima volta. Solo una frase stampata, questa: "Ammettiamolo: a volte le guide sono indispensabili per usare un Macintosh"

Nella foto, le guide e i manuali sono sotto il suo sederino, a fare da spessore per arrivare al monitor, dal quale il sistema operativo, all'avvio, gli sorride.

Ciao Steve. E grazie.

Lettera Firmata

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