L'Associazione Editori on line: grazie agli emendamenti bipartisan approvati ieri dalla Camera al disegno di legge “bavaglio”, i siti d'informazione rischiano di fare una fine simile a quella di Wikipedia, ossia chiudere i battenti. Infatti, è stato
imposto ai soli siti registrati in tribunale l’obbligo di rettifica
entro 48 ore, pena il pagamento di un’ammenda da 2.500 a 5.000 euro.
Aigol ha rilevato più volte l’impossibilità di riconoscere effettivamente il soggetto che ha spedito la richiesta di rettifica.
Gli indirizzi email possono essere duplicati da pirati informatici:
peggio ancora se si inviano le email tramite form, attraverso cui si
possono inserire indirizzi completamente inventati. In pratica le
testate on line sono alla mercè di malintenzionati o, nella migliore
delle ipotesi, di buontemponi a cui piace scherzare.
Ma esistono ulteriori conseguenze di questa paradossale disposizione
di legge. Innanzitutto il giornale non avrà alcun diritto di replica a quanto affermato dalla persona nella sua richiesta di rettifica.
Inoltre i direttori responsabili e le redazioni dovrebbero perdere
tempo a leggere le smentite e a scrivere rettifiche. Si arriverebbe
quindi alla paralisi dell’attività editoriale e il diniego del diritto di informare correttamente i lettori.
Aigol ribadisce la chiara incostuzionalità di questa disposizione alla luce dell’articolo 21 della Costituzione e chiede la sua
cancellazione. In caso di approvazione l’associazione sarà pronta a
ricorrere ai tribunali, alla Corte Costituzionale e alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.