I volontari della Protezione Animali, che si sono infatti rivolti alla sindaco
Guarnieri, fiduciosi nella sua sensibilità di donna e madre, alla quale hanno
chiesto di annullare l’iniziativa e tornare alla carne “occidentale” e, magari, incrementare i menu vegetariani di cui è ricchissima la cucina araba.
Circa invece le dichiarazioni dell’assessore, l’Enpa lo invita a riflettere su come mai, nel più popoloso paese rigidamente islamico (l’Indonesia) ma anche in Malesia ed in molti paesi europei (Germania, Danimarca, Norvegia, Austria), le autorità religiose abbiano accettato che gli animali da sgozzare siamo preventivamente storditi come nei macelli occidentali. Si arriva così all’assurdo che i bambini musulmani indonesiani mangiano carne “occidentale” mentre quelli albenganesi avranno quella “halal”, tra l’altro ricca della velenosa adrenalina prodotta dagli animali durante le loro sofferenze.
Sul fatto poi che anche i pesci che (non i volontari dell’Enpa) si mangiano abbiano subito una morte dolorosa, l’associazione è perfettamente d’accordo e ricorda le sue numerose campagne in difesa della fauna marina e per convincere i consumatori ad adottare sane pratiche alimentari vegetariane.
Purtroppo in Italia sono ammesse deroghe religiose allo stordimento preventivo degli animali da macello e non stupisce che i ministeri competenti abbiamo approvato convenzioni per la produzione di “carne halal made in Italy” ma l’Enpa ricorda che fin dal 2003 l’autorevole Comitato Nazionale di Bioetica, organo scientifico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, auspica un dialogo tra lo stato italiano e le autorità religiose ebraiche ed islamiche, affinché si giunga a concordare sistemi efficaci di preventivo stordimento degli animali da macello.