Attualità - 19 agosto 2011, 09:27

Uniti per la Salute: "perchè le istituzioni non rispondono?"

Segnaliamo che, dopo oltre un mese, non risulta a tutt'oggi pervenuta risposta ai quesiti posti con la lettera aperta del 16/7/2011 [ndr: visibile in fondo al testo] sulla discussa intesa rilasciata dalla Regione Liguria per nuovi gruppi a carbone nella centrale di Vado Quiliano

Uniti per la Salute: "perchè le istituzioni non rispondono?"

Ritenevamo (ingenuamente?) che su un problema di tale portata fosse un preciso dovere da parte degli Amministratori e dei Consiglieri dare pubblici chiarimenti  ai cittadini.

L’unico riscontro finora avuto, peraltro pervenuto il 16/8/2011, è una gentile mail  dell’Assessore Regionale  Briano, (almeno per questo la ringraziamo) nella quale, secondo noi, ella non dà alcuna risposta alle nostre domande: sostanzialmente ci invita ad un incontro per i primi di settembre.

Ci dispiace ma crediamo che il problema sia di tale importanza che tutti i cittadini abbiano il diritto di conoscere al più presto le precise posizioni dell’Assessore Briano e di tutti i destinatari della nostra lettera aperta. Non possiamo aspettare ancora, non possiamo accettare la solita logora tecnica del prendere tempo.

Ricordiamo che il 16 dicembre 2010 alcuni nostri associati si recarono a Roma in occasione della conferenza dei servizi, sobbarcandosi un oneroso viaggio, per  chiedere, ai sensi della l. 241, di intervenire in tale conferenza per soli cinque minuti: questa richiesta fu messa ai voti; come risulta dai verbali, la Regione (presente anche l’Assessore Briano) votò per il no.

Oggi sollecitiamo senza ulteriori dilazioni una risposta pubblica, chiara e inequivocabile alla nostra lettera aperta ed anche, punto per punto alla diffida, firmata da moltissime realtà associative e di partito.

I cittadini sapranno valutare sia le risposte, sia soprattutto i silenzi.

Lettera aperta

Preg. Sig Assessore Ambiente Regione Liguria Dott. Renata Briano
Preg. Sig Presidente della Regione Liguria Ing. Claudio Burlando
Preg. Sigg. Consiglieri del Gruppo provinciale savonese del PD

In merito al potenziamento della Centrale di Vado-Quiliano, il sindaco di Vado, citando la prescrizione A23 contenuta nella Valutazione impatto Ambientale del 27 luglio 2009, ha ricordato quanto in essa disposto in modo inequivocabile e cioè che prima dell’inizio dei lavori dovrà essere prodotto uno studio epidemiologico ai fini di evidenziare la presenza o meno di patologie collegate agli inquinanti emessi dalla centrale.

Crediamo che in uno stato di diritto, dove si rispettino le leggi e le disposizioni a seguito di procedimenti avvenuti secondo la legge, alla prescrizione deve essere dato seguito con puntuale ottemperanza: non ci possono essere dubbi.

Tuttavia nel merito della citata prescrizione oggi (16/7/2011) leggiamo alla pagina 23 del Secolo XIX che "In regione, l’assessore all’ambiente rassicura (ci domandiamo chi debba essere rassicurato e perché ): “E’ effettivamente un passo da rivedere… I lavori partiranno senza ritardi… Anche perché dover aspettare l’indagine per poter aprire i cantieri sarebbe un’imposizione che va contro il principio, accolto da tutti, di migliorare la situazione ambientale della zona.

L’obbiettivo di tutti è migliorare il quadro delle emissioni e non certo di far funzionare per molti anni i vecchi gruppi”

Solo due considerazioni:

  • Lei Assessore afferma: "i lavori partiranno senza ritardi… anche perché aspettare un’indagine per poter aprire i cantieri…” Se l’indagine epidemiologica è prescritta prima dell’inizio dei lavori, la si ottempera punto e basta: credevamo che l’interpretazione, come dire, “elastica” delle norme e l’applicazione delle stesse “ad aziendam” appartenesse ad altre culture…
  • Lei afferma anche:”L’obbiettivo di tutti è migliorare il quadro delle emissioni e non certo di far funzionare per molti anni i vecchi gruppi”. Cose già sentite dal Presidente della Regione ”non decidere avrebbe significato tenersi due gruppi a carbone vecchi di quarant’anni e molto inquinanti e il parco carbone scoperto, quindi un danno ambientale colossale”.

Francamente non ne possiamo più di questa vecchia, e pensiamo improponibile, litania che crediamo di aver sentito più volte da Marson/Vaccarezza: Lei Assessore e Lei Presidente sapete benissimo che i gruppi NON POSSONO RESTARE COME SONO, ma per legge e senza condizioni dovevano già da anni (almeno dal 2007) essere adeguati alle migliori tecnologie secondo l’A.I.A. I gruppi continuano a funzionare nonostante siano privi di tali adeguamenti.

Chi ha la responsabilità di averli fatti funzionare così fino ad oggi? Alla prevedibile risposta che sarebbe compito del Ministero, obiettiamo che i sindaci hanno più e più volte sollecitato l’AIA e quindi Vi chiediamo formalmente: come Amministratori regionali che cosa avete fatto in questo senso per pretendere quanto dovuto per la tutela della salute dei cittadini? Quali passi formali avete prodotto affinché i vecchi gruppi fossero adeguati secondo legge? Quali provvedimenti avete preso in tutti questi anni per ovviare a questa situazione quando apprendiamo dalle vostre stesse parole di ”gruppi molto inquinanti.. danno ambientale colossale “?

In un recente comunicato (14 luglio) I Consiglieri del Gruppo provinciale savonese del PD" affermano: “Solo dopo l’AIA e dopo una accurata valutazione sanitaria ed epidemiologica del territorio (altra richiesta dei Sindaci) si procederà con la realizzazione del primo nuovo gruppo.”

Chiediamo ai Consiglieri Provinciali del PD: come si concilia la vostra affermazione con quella dell’Assessore Briano: "i lavori partiranno senza ritardi… anche perché aspettare un’indagine per poter aprire i cantieri…” ?

Restiamo in attesa di sollecite, inequivocabili e anche pubbliche risposte affinché i cittadini possano avere un quadro su come si decide per il loro futuro.

Com. Uniti per la Salute

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