E' da ormai più di 35 anni che i cittadini liguri devono assistere ad una telenovela dal titolo “terzo valico”, una vicenda su cui peraltro si sono spese parole in libertà da quasi cent’anni.
Il Terzo Valico è una telenovela che si trascina stancamente da migliaia di puntate, con una sceneggiatura ripetitiva e monotona, poche variazioni nell'interpretazione dei protagonisti e nella regia, in cui non si assiste a nessun sforzo per migliorarne trama, recitazione e sceneggiatura. Purtroppo per i cittadini della regione, questa telenovela viene trasmessa a reti unificate sui “teleschermi” liguri (ed a nessuno degli spettatori viene chiesto il gradimento del programma) senza possibilità di cambiare canale.
Sarebbe invece tempo che i cittadini liguri (che giustamente pretenderebbero un utilizzo sensato delle risorse da destinare a opere realmente utili e non dannose per l'ambiente ed il territorio), gli utenti del trasporto pubblico, gli operatori economici del porto e gli spedizionieri potessero assistere ad un programma diverso da questa brutta ed annoiante telenovela.
Ad esempio un film, in cui la sceneggiatura racconti di analisi costi benefici, di obiettivi che ci si pone e valutazioni fatte con intelligenza delle scelte possibili per raggiungerli, il tutto con il minimo costo per la collettività, rispetto dell'ambiente e tempi non biblici per il conseguimento degli obiettivi.
Un film in cui gli attori non ripetano continuamente e stancamente la frase: “il terzo valico è un opera fondamentale”, oppure “corridoio 24”, ma un film in cui il regista raduni gli attori e dica: quali scelte possiamo fare investendo il meno possibile e in tempi ragionevoli per far spostare le merci del porto dalla gomma al ferro? Quali scelte ed interventi possiamo mettere in campo, investendo il minimo di soldi pubblici e in tempi ragionevoli, per fare in modo che tempi di percorrenza tra Genova e Milano ritornino all'ora e 20 di anni fa o magari ancora meno, con evidente soddisfazione dei passeggeri (pendolari o no)?
Invece di una telenovela che si trascina da anni, sarebbe quindi un bel film, dello spazio di una serata, che racconterebbe di come le merci non vanno su ferro non perché non ci sia il terzo valico (che sarebbe in ogni caso pronto tra 20 anni!) ma perché esistono tutta una serie di problemi organizzativi, finanziari e logistici che non rendono conveniente il passaggio su ferro, e che le carenze infrastrutturali sono casomai in ambito portuale, e quindi lì sta una parte consistente del problema, mentre le attuali linee di valico sono al momento sottoutilizzate.
In questo film si parlerebbe degli interventi da fare ora e in modo organico sulla linea Genova-Milano per velocizzarla e fluidificarla, come i possibili interventi sulle sagome delle gallerie, il quadruplicamento dei binari tra Pavia e Milano, la velocizzazione dei deviatoi di Ronco, Arquata e Tortona (oggi percorribili a soli 60 km/h), l’addolcimento dei raggi di curvatura di alcune tratte e l'utilizzo di materiale maggiormente performante.
Interventi (molto meno costosi del Terzo Valico, che comunque ricordiamo inizia a Fegino e termina a Novi Ligure e non certo a Milano) che permetterebbero in pochissimi anni di poter contare su qualcosa di molto simile al famoso “supertreno” evocato negli anni ‘80, con percorrenze non da alta velocità ma sicuramente contenute: non più di 55’/60’ da Genova a Milano!
Sarebbe un film, visto il livello della “programmazione” attuale, di genere fantascienza, ma che farebbe toccare con mano a cittadini e operatori economici quanto tempo, energie e risorse pubbliche siano state impegnate all'inseguimento di un progetto fantasma, risorse che più saggiamente utilizzate, avrebbero portato già da anni alla risoluzione di gran parte dei problemi che si attende da un ipotetico terzo valico.