Attualità - 30 maggio 2011, 13:56

Giornalisti: La flessibilità inflessibile (di Pino Nicotri)

E' il caso di ricordare ancora una volta che se ormai il contratto a tempo indeterminato è se non un miraggio almeno una "rara avis" - e purtroppo non solo nel mondo del giornalismo, ma nell'intero mondo del lavoro - il "merito" è delle riforme sulla "flessibilità" avviate dal ministro del lavoro Treu in un governo di centrosinistra e perferzionate da Massimo D'Alema in un governo sempre di centro sinistra. Come dice il proverbio, la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. E infatti...

Giornalisti: La flessibilità inflessibile (di Pino Nicotri)

Giovedì 19 il bilancio 2010 dell'Inpgi (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani) è stato dunque approvato dal consiglio generale, all'unanimità. Bene. C'è anche un buon avanzo primario, ma in linea di tendenza ci saranno disavanzi, cioè passivi di bilancio, se le cose nel campo dell'occupazione dovessero continuare ad andare come stanno andando da qualche tempo.

L'Inpgi farà la sua parte perché la situazione venga man mano corretta in meglio, anche dialogando il più concretamente possibile con la Fieg, cioè con la federazione degli editori, ma è ovvio che molto dipenderà dal comportamento della Fnsi, cioè dalla linea sindacale della nostra federazione della stampa, e quasi tutto dalla volontà delle forze politiche e governative con le quali avremo man mano a che fare.

Intanto è il caso di ricordare ancora una volta che se ormai il contratto a tempo indeterminato è se non un miraggio almeno una "rara avis" - e purtroppo non solo nel mondo del giornalismo, ma nell'intero mondo del lavoro - il "merito" è delle riforme sulla "flessibilità" avviate dal ministro del lavoro Treu in un governo di centrosinistra e perferzionate da Massimo D'Alema in un governo sempre di centro sinistra. Come dice il proverbio, la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. E infatti....

Credo sia il caso di riflettere che se le loro riforme, fatte con le migliori intenzioni di "fare emergere il lavoro nero", hanno finito con l'affondare il lavoro non nero e con il far trionfare la "flessibilità" sotto forma di co.co.co., lavoro interinale, rinnovo ad libitum dei contratti a tempo determinato, allora bisogna che si trovi il modo di rivedere la "flessibilità" evitando che continui ad essere sinonimo di precarietà, sottoccupazione e disoccupazione a intermittenza. La flessibilità in Italia è diventata inflessibile! Troppo.

E' vero che negli Usa la "società liquida", come è stata battezzata la società senza più punti di riferimento lavorativo solidi, funziona senza gravi problemi, ma il fatto è che negli Usa c'è più lavoro che in Italia, specie per i giovani.

Il film "Generazione mille euro" sarà anche un simpatico filmetto, ma non rende affatto l'idea. Non tutti i giovani al primo o secondo impiego riescono ad avere mille euro al mese, riecheggiando la canzone d'anteguerra "Se potessi avere mille lire al mese". E quel che è peggio, non tutti i membri della "generazione" trovano lavoro. La media della "generazione" pare proprio sia quindi sotto i mille euro del film.

Il film ha trascurato di dire cosa significa, per l'intera società, una generazione ridotta così sul piano occupazionale e salariale, cosa comporta per il futuro di tutti, comprese le generazioni successive a quella dei famosi mille euro al mese attuali. Ho l'impressione che se si pensa che i giovani le proteste le facciano solo in Nord Africa e Paesi arabi ci si possa sbagliare.

Le proteste sono arrivate in Spagna, ed è inutile far finta che prima non fossero già arrivate in Grecia. L'Italia si trova - geograficamente - tra la Grecia e la Spagna: pura coincidenza simbolica?

Pino Nicotri
Senza Bavaglio
Consigliere generale Inpgi
Consigliere della Ass. Lombarda Giornalisti

Tratto dalla newsletter di Senzabavaglio.info

Pino Nicotri

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