Val Bormida - 15 aprile 2011, 06:20

Giù il cappello. Grazie Vittorio: Restiamo Umani (con un altro piccolo video-tributo)

Volontario, Giornalista e Scrittore, Vittorio Arrigoni per Gaza la sua vita l'aveva già data. In un video girato a Jabalia (Gaza) una lunga intervista in esclusiva con Arrigoni, un amico, un Eroe non violento e silenzioso che troppo pochi conoscevano

Giù il cappello. Grazie Vittorio: Restiamo Umani (con un altro piccolo video-tributo)

Uno strano rapimento, una strana esecuzione. Vittorio Arrigoni a Gaza era un uomo amatissimo e rispettato. Vittorio era anche un Amico. Da sempre in prima linea pacificamente per difendere la causa Palestinese anche con il suo stesso corpo, Vittorio è stato rapito ieri mattina da un sedicente "gruppo di miliziani Salafiti" che chiedeva la liberazione di alcuni prigionieri in cambio della sua vita, mostrato al mondo via internet, ucciso poco dopo, nonostante l'ultimatum fosse stato fissato per le 16:00 di oggi ora italiana. Forse. Perchè nessuno lo ha ancora detto mentre scriviamo ma nel video pubblicato dai terroristi Vittorio poteva essere già morto. Osservare. Arrigoni aveva ricevuto molte minacce di morte da fanatici israeliani. E'un fatto. Racconta anche questo nel documentario - intervista inedito che pubblichiamo qui:

http://www.youtube.com/watch?v=Sm8-SRm6BCA

Su di lui pendeva una specie di fatwa via web in salsa non araba che circolava da tempo sul sito http://stoptheism.com/ dove Ism sta per International Solidarity Movement, una ONG internazionale che schierava nei campi di Gaza veri e propri scudi umani per evitare che i cecchini sparassero sui contadini palestinesi al lavoro. Vittorio era uno di questi. Durante gli ultimi bombardamenti su Gaza, quelli dell' "operazione piombo fuso", Arrigoni saliva posto sulle ambulanze dei feriti: i medici e i barellieri gli avevano spiegato che se si sapeva che a bordo dei mezzi di soccorso della mezzaluna rossa palestinese (PRCS) ci sarebbero stati occidentali stranieri (lui diceva "internazionali") sulle lettighe avrebbero "sparato un po' meno". E così ci andava, sotto i bombardamenti e sotto il fuoco delle mitragliatrici che non risparmiavano neppure le ambulanze, appunto. Dopo un rientro in Italia lo scorso anno per presentare il suo libro "Restiamo Umani" (Il Manifesto Edizioni) era tornato nella Striscia di Gaza dove viveva dal 2008. La sua giornata "media" spesso prevedeva di salire a bordo dei pochi pescherecci ancora attivi per documentare come questi venissero mitragliati deliberatamente a poche miglia dalla costa dalle motovedette. Fermato e imprigionato più volte nei suoi passaggi in Israele, portava sul corpo i segni delle catene e delle percosse subite. Qui le chiameremmo torture, in una parola. Vittorio non c'è più. Non ci rivedremo. Non mi abbraccerà più sollevandomi di peso esclamando "Hermano!" (o "Germano", che era diventato una variante venatoria dopo che l'avevo chiamato il morto che cammina, ci scherzavamo su.) Vittorio aveva una Forza straordinaria. E' stato rapito e ucciso in "fretta", in uno strano modo, a dir poco atipico. Lui era sereno nel raccontare la sua vita (da umile eroe) appesa a un filo. Sapeva bene che prima o poi sarebbe accaduto. Ma non così.

 

Restiamo umani.

 

Ciao Vittorio, sempre.

Sai cosa Vik? Avevamo montato un altro piccolo filmato. Niente rispetto al tutto. Ma in fondo spiega, eccome. Non l'avevamo mai pubblicato. Ora si.

http://www.youtube.com/watch?v=wG5woFC9cjA

 

Mario Molinari

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