Vergognoso ma consueto finale della stagione venatoria in provincia di Savona; a parte l’ennesimo infortunio subito da un cacciatore con il proprio fucile, sabato e domenica, in piena nevicata, decine di fucilate sono state udite soprattutto sulle prime alture costiere, soprattutto nel finalese; e non erano fucili a palla intera per ungulati, crudelmente permessi anche sulla neve ma a pallini, usati per massacrare piccoli uccelli in migrazione, indeboliti da neve, freddo e conseguente scarsità di cibo.La Protezione Animali savonese (e migliaia di cittadini favorevoli all’abolizione della caccia) esprime comunque gioia per la conclusione dell’ennesima pesante stagione venatoria in cui 25.000 cacciatori liguri hanno ucciso almeno 250.000 animali selvatici (in provincia 5.160 cacciatori savonesi, con 63.863 migratori e 12.330 soggetti stanziali uccisi nella precedente stagione venatoria - ultimi dati ufficiali resi noti dalla Regione Liguria).Ma il massacro non è completamente finito: fino al 15 marzo si potrà ancora sparare alle femmine di capriolo, adulte e cucciole, il lunedì, giovedì e sabato, disturbando spesso irreparabilmente il delicato periodo della riproduzione di moltissime specie selvatiche, alla faccia della difesa della biodiversità; una deroga crudele introdotta nel 2005 dallo stesso governo Berlusconi che, per fortuna, ha invece recentemente impallinato i due tentativi della Giunta Burlando di prorogare la caccia mezz’ora oltre il tramonto ed aprirla ai non residenti nella aree contigue ai parchi regionali.