Eventi - 04 ottobre 2010, 12:43

Finale: oltre mille visitatori per il primo weekend di Castel Govone

“E’ un ottimo risultato. – dice il primo cittadino, Flaminio Richeri – Il lavoro di tre diversi sindaci è stato ripagato. Si tratta ora di far diventare il castello un volano per l’economia turistica”

Finale: oltre mille visitatori per il primo weekend di Castel Govone

Oltre mille persone hanno visitato nel fine settimana Castel Govone, edificio simbolo di Finale Ligure, interessato negli ultimi anni da importanti interventi di restauro e riqualificazione ed inaugurato venerdì. “E’ un ottimo risultato. – dice il primo cittadino, Flaminio Richeri – Il lavoro di tre diversi sindaci è stato ripagato. Si tratta ora di far diventare il castello un volano per l’economia turistica”. Molti di coloro che nelle giornate di sabato e domenica sono saliti fino alla fortezza sono finalesi. Fra questi c’erano molti anziani, che si sono emozionati nel visitare la Torre del Diamante, la piazza d’armi, la vecchia cisterna completamente piastrellata in ardesia e nel vedere i frammenti di affreschi e i manufatti in pietra del Finale recuperati nel corso dei lavori di restauro. Durante la cerimonia inaugurale di venerdì primo ottobre il sindaco ha annunciato la nascita della Fondazione per la gestione dei contenitori culturali della città, che inizierà la sua attività proprio da Castel Govone.  Membri della Fondazione saranno, fra gli altri, Evelina Christillin, presidente della Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Giovanni Murialdo, presidente della Sezione finalese dell’Istituto internazionale di Studi Liguri, e Gilberto Colman, albergatore, già direttore dell’Azienda di promozione turistica di Finale Ligure.

Il recupero di Castel Govone è inserito in un progetto integrato di rivalutazione dell’offerta turistica del Finalese. Il finanziamento totale dell’opera è di 2.884.400 euro,  di cui 2.019.360 con fondi europei e 865.440 con risorse comunali. Spiegano il sindaco, Flaminio Richeri, e l’assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Ferrari: “Il principio guida seguito dai progettisti ha avuto come obiettivo principale quello di garantire il rispetto delle caratteristiche intrinseche dell’edificio, limitando pertanto gli interventi a quelli strettamente necessari per consentirne il riutilizzo. In considerazione della complessità del progetto, si è reso necessario suddividere il cantiere in due lotti distinti. Tale scelta progettuale è stata legata alla necessità di realizzare innanzitutto la pista di cantiere, indispensabile per poter procedere alla messa in sicurezza delle cortine murarie libere, risultate pericolosamente instabili a causa delle profonde lesioni. L’intervento di restauro ha avuto come obiettivo l’eliminazione delle cause di degrado, il recupero conservativo dei manufatti originali, delle murature laterizie, degli intonaci e delle partiture in modellato architettonico, nonché il recupero estetico di tutta l’ornamentazione pittorica degli interni.

Dal punto di vista più specificamente strutturale si è provveduto a realizzare una serie di ponteggi provvisori che hanno consentito, tra l’altro, di raggiungere la corte centrale del castello dalla spianata dell’area di cantiere. Un altro ponteggio è stato inserito all’interno della Torre di Diamanti, in modo tale da consentire di raggiungere tutti i livelli interni per completarne il rilievo e per la messa in sicurezza, oltre all’adeguamento delle strutture al cambiamento di destinazione d’uso. Tra gli interventi del primo lotto è anche stata realizzata una vasta serie di indagini diagnostiche specialistiche, sia di tipo statico-architettonico sia, in particolare, di interesse artistico, tecnologico e archeologico. Il secondo lotto dei lavori, ha avuto come obiettivo la realizzazione di varie opere e strutture che consentiranno di trasformare il castello in un museo”.

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