- 07 settembre 2010, 12:51

Vado: Tirreno Power, ampliamento con garanzie ambientali

Vado: Tirreno Power, ampliamento con garanzie ambientali

Costruire un fronte comune per aprire un dialogo con la Regione Liguria, l'unica istituzione che può smuovere le acque per dare il via libera definitivo al progetto di ampliamento della centrale Tirreno Power. E' questo il filo conduttore del vertice tenutosi questa mattina tra sindacati e azienda presso la sede del sito termoelettrico di Vado Quiliano. Il direttore generale della centrale Giovanni Gosio ha puntualizzato: " c'è in gioco un investimento da 800 milioni di euro, di cui 630 destinati alla centrale di Vado e 170 alle fonti rinnovabili. In un periodo in cui ciò che conta è la competitività e produrre energia agli stessi livelli degli altri competitors internazionali se non meglio, sarebbe assurdo non poter portare avanti questo importante progetto. Significherebbe la fine stessa delle nostre attività sul territorio". Anche i sindacati sembrano orientati a promuovere il piano, anche se dietro garanzie precise sul piano ambientale e occupazionale. Francesco Rossello ha puntualizzato: " senza il territorio questo progetto non potrà essere realizzato. La concertazione è l'unica via per poterlo portare avanti. Credo che il passaggio di oggi da parte dell'azienda serva principalmente a questo anche se è un po' tardivo". Gli fa eco la Cgil nazionale di categoria con il suo rappresentante Giacomo Berni: " L'Italia è passata dall'essere sbilanciata nella produzione di energia da fonte petrolio a fonte metano. Intanto l'energia al kilowattora costa il 40% in più rispetto agli altri paesi e siamo costretti ad importarne dall'estero. Per questo è importante puntare sulle rinnovabili ma anche su progetti come questo di Vado". Fabio Atzori presidente degli industriali savonesi: " la situazione è difficile e gli investimenti molto deboli. Questo dell'ampliamento della centrale è uno dei pochi investimenti seri di questo momento. Certo un altro problema grosso è quello dell'assenza di un interlocutore importante come il ministro dello sviluppo economico".

 

red. sav.

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