Savona - 07 settembre 2010, 14:45

Savona: Atzori (UI) "Momento duro, mancano prospettive"

Savona: Atzori (UI) "Momento duro, mancano prospettive"

"La situazione è dura". Così Fabio Atzori, Presidente dell'Unione Industriali della provincia di Savona, descrive la situazione che si trovano ad affrontare attualmente le imprese della provincia di Savona.

 

Precisa Atzori: "La situazione di crisi in cui sono finite alcune aziende della nostra provincia è nota a tutti. La Cartiera Verde di Varazze e la Novaglass di Dego sono gli esempi più lampanti della difficoltà del momento. L'aspetto peggiore e più preoccupante - specifica - è la mancanza di prospettive. In questo momento nessuno investe nell'impresa. Attualmente non ho notizia di grossi progetti che siano già stati approvati e finanziati. Tutte le aziende che operano nel comparto meccanico e civile, che sono poi quelle che costituiscono la maggioranza della aziende che fanno parte dell'Unione Industriali, soffrono difficoltà che sono contingenti al mercato. Questo non soltanto nella nostra provincia, ma anche e soprattutto a livello nazionale".

 

A penalizzare le aziende, dunque, è la mancanza di investimenti. Ma non solo: "Purtroppo non c'è un mercato - aggiunge Atzori - Al di là delle voci di ripresa, noto una generale confusione tra la ripresa del commercio, che è un discorso, e la ripresa produzione di ricchezza e della manifattura, che è un discorso un po' diverso. Come dicevo poco fa, oggi in Italia e in Europa ci sono pochissimi grandi progetti autorizzati e finanziati. La provincia di Savona, che vive di questi investimenti, si trova inevitabilmente a soffrire le conseguenze di questa mancanza di mercato e iniziativa. Ovviamente questa situazione non riguarda soltanto la nostra provincia, ma anche tanti altri distretti in giro per l'Italia".

 

Segnali di risveglio, però, paiono essere arrivati: "Per molto tempo - osserva Atzori - si sono fatte tante parole, spesso a vanvera, e nessun fatto. Da quest'estate, però, ho cominciato a notare un cambiamento di atteggiamento da parte delle Istituzioni. Ora le Istituzioni dimostrano una diversa sensibilità nei confronti delle prospettive e dei problemi del lavoro. Essendo ottimista per natura, guardo a questo interessamento con molta positività. Di fronte a una situazione come questa, difficile e pesante tanto a livello europeo quanto a livello nazionale e provinciale, sono convinto che si stia finalmente creando una certa voglia di reagire. L'interessamento ai problemi manifestato da parte di Regione e Provincia, come detto sono un piccolo sintomo di questo risveglio. Anche i partiti hanno avviato qualche tentativo di riorganizzazione seria e credibile a livello locale. Mi auguro che questo significhi una nuova stagione di dialogo. Magari questa nuova stagione non comporterà una reale condivisione dei problemi, ma mi auguro che comporti almeno un'apertura alla discussione dei problemi.

Però devo dire che da parte delle istituzioni mi pare che da quest'estate ci sia una sensibilità diversa nei confronti delle prospettive e dei problemi del lavoro e del problema della produzione di ricchezza. Io sono ottimista per natura. Guardo molto positivamente a questo interessamento, convinto che di fronte ad una situazione come questa (a livello europeo pesante, a livello nazionale altrettanto) ci sia voglia di reagire. Qualche piccolo sintomo lo vedo, con l'interessamento da parte della regione e della provincia. Anche i partiti hanno avviato qualche tentativo di riorganizzazione seria e credibile a livello locale. Mi auguro che questo significhi una nuova stagione di dialogo. Non vuole dire condivisione, magari, ma almeno apertura ad una discussione dei problemi".

 

La carica di Ministro dello Sviluppo Economico, però, è ancora vacante: "Questa è una cosa veramente desolante. Con Tremonti Ministro delle Finanze il lavoro di qualunque Ministro dello Sviluppo Economico oggi è decisamente difficile. Il fatto che manchi un Ministro per lo Sviluppo non fa altro che aggravare la situazione: manca completamente un interlocutore, non c'è più filtro tra le aziende e il governo. Questo, ovviamente, ci mette in difficoltà".

 

l.b.

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