"Don Luciano Massaferro nasce a Savona lunedì 18 Gennaio 1965 e, sin dalla nascita, vive ad Alassio, poi risiede nei Comuni di Cisano sul Neva (Frazione Cenesi) e di Albenga, entrambi in provincia di Savona". Comincia così il volumetto dedicato al sacerdote della Diocesi di Albenga-Imperia, in carcere dal 29 dicembre scorso con l'accusa di molestie sessuali nei confronti di una minore. 83 pagine di vita vissuta. 83 pagine di un testo che il "comitato a sostegno" ha voluto realizzare per raccontare la "vera storia" del loro parroco. 83 pagine di infiniti appelli, che tanti conoscenti, amici e famigliari del sacerdote della Chiesa di San Vincenzo Ferreri hanno inteso lanciare, nero su bianco, con un libro già pronto per essere diffuso non solo tra la gente, ma anche a livello istituzionale e nel mondo dei mass-media. Dal Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ai massimi rappresentanti istituzionali degli organi governativi. Tutti saranno invitati a conoscere ciò che i componenti del "comitato in difesa di Don Lu" denunciano, da tempo, come "una disumana ingiustizia". "Il Comitato "a sostegno di Don Luciano", creato per sostenere moralmente, in questo dramma, il sacerdote di Alassio e formato da dieci soci e centinaia di sostenitori che hanno aderito compilando e firmando un modulo, intende così "protestare e manifestare il suo profondo dolore per la decisione dei Giudici di non scarcerare Don Luciano", dicono alcuni giovani appartenenti al comitato, in reazione al parere negativo dell'istanza di scarcerazione avanzata pochi giorni fa ai giudici del collegio del tribunale di Savona (presidente Giovanni Zerilli, giudici a latere Laura De Dominicis e Marco Rossi).
A seguire, dieci pagine con solo alcuni dei tantissimi pensieri per Don Lu tratti da Facebook, dalla pagina "Don Luciano libero", dove ogni giorno, sin dal primo momento dell'arresto, i suoi affezionati amici lasciano un pensiero, un commento o un giudizio sulla vicenda giudiziaria che il sacerdote sta vivendo tra le pareti di una cella al carcere di Sanremo. Quindi l'album delle fotografie con la fiaccolata in mezzo alle vie della città di Alassio e il corteo di gente che con sorpresa aveva partecipato al seguito delle oltre 150 parrocchie diocesane che hanno partecipato con i loro stemmi. "La fiaccolata - si legge tra le righe - un'esplosione di affetto fratellanza e solidarietà, un impegno vero e sentito. Le fiaccole illuminavano i nostri passi, ma un'altra luce illuminava i nostri cuori. Uniti nella preghiera, ma ugualmente uniti nella convinzione che il nostro fratello sta portando una croce che non merita". E poi ancora, nelle venti pagine successive, gli stralci di "alcune lettere ricevute da amici di don lu" seguite dal testo delle "Due lettere sono giunte dai compagni di cella di Don Lu". Quindi articoli di giornale, pubblicati sull'argomento, dal L'Elogio del prete feriale, di Andrea Tornielli - 10 giugno 2010, ad una pagina tratta dal libro "presunto colpevole" di Luca Steffenoni. E ancora, Sbatti il mostro in prima pagina, di Cristiano Bosco su www.actadiurna.it 3 gennaio 2010, Caso don Massaferro, appello di Eraldo Ciangherotti ai Servizi Sociali di Alassio e Il Papa messo in croce, di Mario Sechi su Il Tempo 26 marzo 2010.
Quindi il memoriale del "comitato a sostegno". Un diario dei giorni che trascorrono inesorabilmente dall'arresto del sacerdote. "La nostra posizione non nasce da un fanatismo religioso o da una presa di posizione, "a prescindere", contraria a quella presa dalla procura di Savona. La certezza dell'innocenza di Don Luciano Massaferro nasce invece da esperienze di vita vissute, da fatti concreti e dimostrabili, dall'aver conosciuto un'anima cristallina e un amico sul quale poter sempre contare", si legge in mezzo alle tante dichiarazioni del comitato a sostegno. E poi ancora le Lettera dal carcere, dodici, tra le tante già riportate anche nel sito della parrocchia www.parrocchiasanvincenzo.it. Infine la conclusione dell'opera, con la dedica. "Questo libretto dichiarano senza mezzi termini i componenti del Comitato a sostegno - è nato per il desiderio di rappresentare la vita e la storia di don Luciano anche a chi non lo conosce personalmente".