Il Vice Presidente nazionale dell'associazione sindacale Agriturist (Confagricoltura) Cosimo Melacca prende posizione sui numeri del turismo recentemente divulgati dal Ministro Brambilla.
"Dopo aver letto i dati relativi alla presunta crescita del turismo nostrano, delineati dal Ministro, ho provato molteplici sensazioni, ma soprattutto mi sono sentito offeso e preso in giro da una politica che vuol dare la sensazione del "tutto va bene", affermando cose alquanto discutibili, anche a fronte di una palese verità che dice e manifesta ciò che stiamo tutti vivendo.
Ora io posso capire che l'ottimismo sia importante, ma non tollero che si offendano quelle persone che fanno grandi sacrifici per mandare avanti le proprie aziende, in un momento dove l'economia mondiale è in involuzione, e le si offenda sparando "numeri" del tipo "11 per cento più di italiani in ferie".
Mi sorge spontanea la domanda: su quale isola felice il Ministro vive e chi sono i suoi "informatori statistici", visto che la realtà che io vivo in prima persona insieme ad altre aziende dà altri risultati? L'unica verità che mi sento di condividere con il Ministro è quella in cui afferma che la clientela si è spostata su attività extra alberghiere, che però richiamano solo ed esclusivamente i Bed & Breakfast; ricordo, tralaltro, che il B&B è un'attività creata per aiutare, nel reddito, le casalinghe "dalla casa grande" ai tempi del giubileo. Si è però presto trasformata in vera attività commerciale di facile apertura (basta solo comunicazione al comune) e sarebbe sufficiente vedere quanti ne sono stati aperti negli ultimi 3 anni, piegando con questa logica le ginocchia a chi, come un albergatore, deve sottostare a regole e controlli o chi, come un agriturismo, ha l'obbligo di coltivare terreni e sottostare a constanti regole e controlli.
Questa politica gestionale dello sviluppo turistico, sia di destra che di sinistra, fa sì che, in modo semplicistico, più che lo sviluppo del territorio venga incrementato uno sviluppo di consenso elettorale radicato nel territorio, perché è questo che tristemente sposta la politica. Ora, come del resto dissi già tempo fa ad altri politici, se costoro invece di starsene chiusi in un ufficio o partecipare solo ad eventi e manifestazioni, con fior di stipendi a fine mese, avessero il buon gusto, intanto di ridurselo, e poi di vivere sul territorio toccando con mano le nostre aziende e avessero l'umiltà di ascoltare le persone che tutti i giorni si alzano senza certezze, ma con grande senso del dovere, per far fronte a debiti e agli impegni presi nei confronti dei propri dipendenti, ecco forse le cose potrebbero andare meglio e la gente non si sentirebbe presa in giro dal modo semplicistico e irriverente di fare certe considerazioni.
Per concludere, se si parte dal presupposto che, come sostiene il Ministro, gli italiani percepiscono la crisi in modo contenuto anche perché, sempre a detta del Ministro, i costi fissi di energia e benzina gravano meno sul bilancio famigliare, allora o gli italiani sono incapaci di gestire i loro bilanci, o invito il Ministro ad andare a vivere a casa di una famiglia italiana "comune" con dei figli a carico, gestirne il bilancio e trovare anche i soldi per le ferie.
Grazie comunque al Ministro per il suo ottimismo"