Ancora una volta è andata deserta la gara per l’affidamento ad un fornitore dell’umido savonese. Al quinto tentativo ancora non è stato possibile trovare un soggetto che si occupi della “piaga” che sta investendo la città di Savona principalmente nelle ultime settimane.
Ata quindi dovrà continuare a destinare le 5-6 tonnellate al giorno di umido a soggetti privati che arrivano a costare all’azienda circa 300 euro a tonnellata. La problematica persiste in quando all’interno proprio dell’umido sono presenti altri prodotti di riciclo che ad Albenga non ritirano e vengono destinati o alla Bioland di Alessandria o alla ditta di Mantova Ars Ecologia.
Nella prossima riunione di Giunta l’assessore alle partecipate Silvano Montaldo ha annunciato che verranno date nuove linee di indirizzo sia ai cittadini che ai dipendenti Ata tramite un’attività di istruzione, cercando successivamente di inserire sul territorio degli steward/sentinelle che controllino l’operato nella differenziazione dei savonesi: “Se sarà un costo in più? Certamente, ma è necessario, negli altri comuni già lo fanno, dobbiamo cercare di sensibilizzare poi comunque come sempre vigileremo sull’operato dell’azienda”.
L’amministratore delegato di Ata Matteo Debenedetti oltre ad annunciare che ritornerà in Prefettura per illustrare nuovamente la situazione è intervenuto sulla situazione riscontrata nel comune di Mallare che ha sanzionato l’azienda (LEGGI QUI): “Faremo fare il lavaggio questo sabato notte, avevamo un problema con la lava cassonetti che era in manutenzione”.
Nel pomeriggio intanto nella prima commissione consiliare sono stati ascoltati i membri dell’rsu sindacale dell’azienda partecipata del comune di Savona, i quali hanno illustrato le diverse problematiche che si stanno venendo a sommare sia nella gestione interna che sulla città.
“Stiamo attraversando un periodo critico, sul territorio sono presenti 79 lavoratori divisi su tre turni, 20 persone la domenica che hanno diritto ad un riposo settimanale compensativo. Siamo stati tacciati di pelandronismo con 22 assenze, quando ad agosto ci sono 5 persone in ferie ( alcuni con 60-65 giorni di ferie arretrati) e in generale chi non lavora è perché ha problemi seri di salute, mi preme sottolineare che il 90% dei dipendenti dà il massimo per l’azienda. La nostra era un’azienda sana e vederla allo sfascio dispiace a noi e anche agli amministratori. Sul nomadismo dei rifiuti, ad esempio vuotiamo i cassonetti e dopo mezzora vengono costantemente riempiti di nuovo ed è il caso che avviene soprattutto nel quartiere di Zinola, ad Albissola in via Genova e nelle periferie” spiega Valerio Patrone, rsu Ata Cgil.
“Noi operai stiamo vivendo il brutto di quello che sta succedendo, siamo qua per far sentire la nostra voce, se all’interno dell’umido c’è di tutto cosa dobbiamo fare? Per il numero che siamo riusciamo a fare molto, la collaborazione da parte dell’utenza è bassa. È impossibile guidare e lavare i cassonetti” continuano Luigi Cavaliere e Rossello della rsu Cisl.
“L’amministrazione aziendale sta facendo il possibile, si sono trovati una situazione ereditata molto difficile. La polizia locale deve vigilare sui cittadini, da Quiliano ad esempio un camion quasi tutti i giorni viene a scaricare nei nostri cassonetti. Come mai ci troviamo in questa situazione? Eravamo in attivo e ora tutto sta naufragando” dice Marcello Visconti dell’rsu Cgil.