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Attualità | 25 aprile 2025, 08:43

I partigiani centenari Agostino Raimondo “Pippo” e Bice Comparato all’Anpi Ceriale per l’anniversario della Liberazione

Due testimoni viventi della lotta per la libertà. Dino Morando, presidente del circolo Anpi Ceriale: “Un privilegio averli con noi”

I partigiani centenari Agostino Raimondo “Pippo” e Bice Comparato all’Anpi Ceriale per l’80esimo anniversario della Liberazione

Alle celebrazioni per l’80esimo anniversario della Liberazione di Ceriale ci saranno due ospiti d’eccezione al circolo Anpi: Agostino Raimondo, per tutti “Pippo” e con il nome di battaglia “Giorgio”, e Bice Comparato, nome di battaglia “Angioletta”. Insieme rappresentano una delle rarissime testimonianze viventi della Resistenza ligure: lui ha compiuto 100 anni nell’ottobre 2024, lei li compirà a settembre. La loro presenza non è solo simbolica, è un privilegio. “Incontrarli significa toccare con mano la Storia”, dice Dino Morando, presidente del circolo Anpi Ceriale.

La vicenda di “Angioletta” nasce a Marmoreo, frazione di Casanova Lerrone, dove una giovane Bice percorreva sentieri e strade secondarie con una bicicletta e messaggi nascosti sotto la soletta delle scarpe. Lo faceva per amore di Agostino Parodi, per tutti “Pippo”, partigiano sfollato nel suo paese, conosciuto a un ballo. “Era verso la fine del 1944. È stato l’amore per lui a farmi entrare nella Resistenza”, racconta oggi. Portava comunicazioni tra Marmoreo e Albenga, sfidando i posti di blocco tedeschi, spesso con messaggi vocali da ricordare a memoria. “Avevo paura, ma sapevo cosa dovevo fare”. Il 25 aprile del 1945 il “suo Pippo poté fare ritorno a casa ad Albenga. Bice lo raggiunse il giorno dopo. Si sposarono l’anno successivo e iniziarono una nuova vita a Bastia d’Albenga, tra orti, vigne e la nascita dell’azienda “Cascina Feipu dei Massaretti”. Insieme, hanno costruito un pezzo importante dell’identità agricola ligure. Ma prima di tutto, sono stati e restano una coppia della Resistenza, legata dalla scelta della libertà.

Agostino Raimondo “Pippo”, invece, aveva 18 anni quando, a fine 1943, ricevette la cartolina precetto mentre lavorava alla Piaggio di Finale. Il suo maestro fu categorico: “Mussolini vuole mandarti in Russia ad ammazzare, vai con i Partigiani”. Così scelse la lotta e si unì alla Prima Brigata Belgrano, Sesta Divisione Garibaldi Bonfante. Ama definirsi con semplicità “un Partigiano Combattente” e “ribelle a Mussolini”. Un uomo che ancora oggi conserva una forza straordinaria. 

Maria Gramaglia

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