Un 25 Aprile di libertà, uguaglianza, solidarietà e pace. Ma anche di lavoro e giustizia sociale. In un solo concetto, nel perimetro dei valori di una “piena democrazia fondata sul pluralismo”.
Questo è stata la celebrazione in occasione dell'80esimo anniversario della Liberazione dall'oppressione nazifascista tenutasi stamani a Finale Ligure, aperta dal Consiglio Comunale in seduta straordinaria, che ha culminato, dopo anche il corteo per le vie cittadine e la deposizione delle corone ai monumenti in memoria di tutti i Caduti, con l'appuntamento in piazza Vittorio Emanuele.
Una giornata accompagnata dalla locandina creata dagli allievi del Nuovo Polo Scolastico Finalese, presentata insieme al dirigente Daniele Scarampi, dove ad aprire la serie di interventi è stato il sindaco Angelo Berlangieri. Il primo cittadino ha voluto sottolineare la pluralità di quell'unico grande corpo che ottant'anni fa, nel 1945, contribuì a far sì che “parole come libertà, uguaglianza e pace, che in allora non erano affatto scontate, diventassero realtà”, contribuendo a creare la nostra Repubblica. Citando il Presidente Mattarella e il premio Nobel Nelson Mandela, il primo cittadino ha quindi sottolineato come questi concetti non siano mai garantiti una volta per tutte, ma in ogni epoca, anche nella nostra, sia necessario affrontare sfide nel preservarla.
Nel suo intervento la presidente dell’Anpi “Mirco Bruzzi” di Finale Ligure, Marta Dabove, ha voluto invece ricordare con forza il valore della Resistenza e della Costituzione da essa scaturita lanciando un forte monito contro i pericoli che minacciano oggi la democrazia e i diritti costituzionali citando provvedimenti recenti come il decreto Cutro, il premierato e il ddl Sicurezza. Dabove ha quindi invitato a una nuova resistenza “consapevole, pacifica, collettiva”.
Non è mancato poi un ricordo a Papa Francesco, sempre “dalla parte degli ultimi, dei più poveri, degli emarginati”, e i tanti che combatterono contro i fascismi nel mondo, ribadendo che “l’Antifascismo è uno solo e accomuna nel mondo tutti quelli che lo perseguono”, respingendo con decisione l’idea che il 25 Aprile sia una festa divisiva e affermando che “questa giornata non chiede adesione ideologica, ma pretende il riconoscimento della libertà, della democrazia, della Costituzione nate dalla Resistenza, nate non da un compromesso, ma da una netta rottura”.
Argomenti ripresi quindi nell'ultimo intervento della mattinata da Ennio Peluffo, segretario generale della FP Cgil Savona. Nella sua orazione ha voluto concentrarsi sul tema del lavoro, uno degli indicatori di libertà messo però in discussione “se una generazione di giovani ha un lavoro precario, instabile, sfruttato e mal pagato; se chi dovrebbe dare esempi morali e di disinteresse personale fa tutto il contrario, se si è poveri pur lavorando; se mancano diritto alla salute e alla cura”.
Quella stessa libertà figlia del mondo del lavoro, di cui Peluffo ha anche voluto ricordare l'impegno nel 1945 con gli scioperi bianchi che a Finale coinvolsero la Piaggio. Concetti oggi “osteggiati da guerre e totalitarismi”, perché “non si è liberi se per costruire la pace si prepara la guerra”, ma lo si diventa “se non si dimentica”. Ed è per questo che ha citato l'impegno dei giovani invitando ad attribuire la giusta attenzione alle loro voci: “Non vanno represse ma ascoltate quando si battono per la difesa di migliori condizioni di vita, per l'ambiente, per la pace e la fratellanza, per un mondo più giusto”.
Ripercorrendo anche le scelte coraggiose e tutt'altro che scontate di tanti cittadini divenuti partigiani, Peluffo non ha tralasciato la difesa della Costituzione e la necessità di dover combattere l'astensionismo al voto, perché “disagio sociale e crisi della partecipazione democratica sono due facce della stessa medaglia”, invitando così a “partecipare, a resistere”.