Settanta euro per usare un bagno per pochi minuti in una situazione di emergenza. Questa la "tariffa piena" per una donna di 65 anni rimasta coinvolta, suo malgrado, nei disagi provocati dal traffico paralizzato di ieri sull’autostrada A10. Una disavventura che racconta non solo di intoppi e attese estenuanti, ma anche di scarsa sensibilità.
La signora aveva concordato con il figlio, partito da Sanremo, di incontrarsi a Genova per poi rientrare insieme verso Ponente. Ma l’incontro è saltato: la circolazione autostradale, funestata da una serie di incidenti, è andata completamente in tilt e l’uomo è rimasto imbottigliato per ore. La madre, stanca e provata da una giornata già difficile, ha preso un taxi dal capoluogo ligure fermandosi ad Albisola Superiore, nella speranza che il figlio riuscisse presto a raggiungerla.
Dapprima si è rifugiata in un bar della cittadina, dove il gestore l’ha accolta con gentilezza fino all’orario di chiusura. Poi, verso le 19.30, ha cercato riparo nella hall di un hotel poco distante. Avrebbe voluto attendere lì, seduta e tranquilla, il momento dell’agognato ricongiungimento.
Ma la situazione ha preso una piega inaspettata. La donna, bisognosa di usare il bagno, si è rivolta alla receptionist dell’albergo. La risposta? Un secco “no”. Neppure un’offerta spontanea di 20 euro (non poco per l'eventuale servizio) ha smosso la rigidità dell’addetta, la quale ha ribadito che per utilizzare i servizi igienici occorreva pagare l'importo di una camera, come da listino. Prezzo della “necessità fisiologica”, quindi, 70 euro. Nessuna toilette disponibile per bisogni impellenti.
La donna, in evidente difficoltà, non ha avuto scelta. Ha pagato, è stata accompagnata nella stanza e, finalmente, ha potuto trovare sollievo. Dieci minuti dopo, il figlio è riuscito ad arrivare all'albergo per prelevare la madre. Appresa la vicenda, l'uomo non ha potuto che esprimere amarezza e sdegno per un trattamento che definisce “privo di umanità”, tanto più in un momento di evidente emergenza per tutto il territorio.
L’utilizzo dei servizi igienici nei locali pubblici è un tema ricorrente, soprattutto nei centri a vocazione turistica. Ma al di là di regolamenti, TULPS e cavilli normativi, in situazioni di emergenza collettiva – come quella causata ieri dalle code chilometriche in autostrada – servirebbero soprattutto buonsenso, umanità e un pizzico di empatia. Un gesto di comprensione non solo avrebbe alleviato il disagio di una persona in difficoltà, ma avrebbe anche contribuito a rafforzare quell’immagine di accoglienza che ogni località turistica dovrebbe saper trasmettere.