«Un glicine così carico di fiori che dovevi chinarti per passarci sotto e il glicine ne approfittava per baciarti sui capelli» (Fabrizio Caramagna).
Dopo mimose, magnolie, mandorli e ciliegi, la natura si tinge di lilla, grazie a uno dei fiori più belli e romantici: il glicine, anche conosciuto a Tokio come “fuji”. Il significato di questa pianta è spesso rimandato a Venere, dea dell’amore e della bellezza, legata al simbolo di sensualità e femminilità.
In Italia la fioritura del glicine è attesa e fotografata quasi come quella dei ciliegi in Giappone, e anche in Liguria non mancano parchi, giardini privati, cancelli e ringhiere già coperti da una cascata viola.
Conosci i glicini?
Al glicine è associato anche il concetto di riconoscenza e di amicizia. Secondo un’antica usanza nipponica, infatti, gli imperatori che si recavano in Paesi stranieri erano soliti omaggiare chi li ospitava con un bonsai di glicine e ciò era segno di pace e serenità.
Una leggenda italiana invece racconta di una giovane pastorella di nome Glicine che, disperata per il suo aspetto, iniziò a piangere in un prato e, ad un certo punto, le sue lacrime diedero vita ad una meravigliosa pianta dalla fioritura stupenda e dall’inebriante profumo, il glicine. Circondata da magnifico profumo la ragazza si sentì orgogliosa e fiera di se stessa, per esser riuscita a creare quella pianta meravigliosa.
Tra le più belle ed apprezzate piante rampicanti del mondo, è estremamente longeva: uno degli esemplari più antichi del nostro paese ha più di 700 anni e leggenda vuole che sia stato fonte d’ispirazione addirittura per Leonardo da Vinci.
Dovete ancora sapere che il nome scientifico di questa pianta è wisteria ed è stato assegnato in onore dello studioso statunitense Caspar Wistar, che ne indagò per primo le caratteristiche. I tedeschi lo chiamano “blauregen” che significa “pioggia blu”, mentre i cinesi usano il termine “zi teng” che significa “vite blu”. In Italia, invece, si fa derivare il glicine dalla parola greca “glikis” che significa “dolce” e si rifà al profumo dolciastro dei suoi fiori. Qualunque sia il nome con cui chiamarlo, il glicine resta una fascinosa pianta rampicante che fiorisce in primavera, tra aprile e giugno, regalando un vero e proprio spettacolo.
Avvertenze
Il Glicine, crescendo, tende ad avvinghiarsi ad ogni superficie, riuscendo persino ad inglobarla e a volte persino a piegare il ferro di recinzioni e pergolati. Ma il problema più grande è sottoterra, dove le sue potenti radici raggiungono dimensioni notevoli in poco tempo: non piantatelo mai vicino ai muri di casa, o ancor peggio, laddove passino dei tubi sotterranei. Inoltre il suo vigore a lungo andare può anche spaccare vasi di terracotta.
Bontà o veleno nel piatto? I suoi petali si possono mangiare (le nonne ci facevano frittelle o crudi in aggiunta alle insalate), ma con moderazione, perché contengono saponina, che è tossica e può causare vertigini, confusione, problemi di linguaggio, nausea, vomito, dolori di stomaco. Quindi meglio non rischiare ed usarli solo per decorare le pietanze. Peggio invece semi e radici (ma anche in maniera più leggera foglie e rami): sono velenosi sia per noi che per i nostri animali domestici.
Dove trovare fioriture di glicini mozzafiato
Tipo ad Alassio, gli storici giardini di Villa della Pergola, uno dei parchi più belli d’Italia e raro esempio di giardino anglo-mediterraneo, ospitano la più importante collezione italiana di glicini (certificata dalla SOI), con 34 differenti varietà per forma e colore. Questi giardini, che si estendono per 22mila metri quadrati, affondano le radici alla fine dell’Ottocento e sono strettamente legati alla storia della comunità inglese in Liguria.
Le spettacolari cascate di glicini dalle pergole in legno di castagno, con un’esplosione di colori dal rosa al bianco, fanno capire perché Ruth Hanbury organizzasse ogni anno per i suoi ospiti un “Wisteria Party”, così ammaliante da sembrare di trovarsi dentro un quadro di Monet. Entusiasmante.
Lungo tutta l’area si estendono i rami che si arrotolano in senso orario, a differenza di quelli di alcune superfici vicine, dove crescono in senso antiorario. Ciò dipende dalla provenienza. Infatti, le piante rampicanti provenienti dell’emisfero boreale si arrotolano in senso antiorario, mentre quelle dell’emisfero australe in senso orario.
Ma un po’ ovunque si possono trovare glicini belli e fotogenici, magari ad addobbare un tristissimo edificio o infilati in qualche cancello arrugginito: basta guardarsi intorno per scovare un trionfo di «Puro viola sopra il verde», come Pier Paolo Pasolini descrive il glicine nell’omonima poesia.