"Parti in autostrada, un'indecenza che dura da troppo. La Regione si svegli, o il prossimo proclama sarà sull’ennesima tragedia evitabile. Questa situazione non è più tollerabile: ogni nuovo parto sull’A10, ogni neonato venuto alla luce tra una piazzola e un autogrill è il simbolo più eclatante del fallimento della politica regionale sulla sanità pubblica. Nel 2025, in Liguria, una donna in gravidanza che vive nel Ponente savonese è costretta a sperare nella fortuna e nella prontezza degli infermieri del 118 per arrivare viva – e con suo figlio vivo – all’unico Punto Nascite rimasto: il San Paolo di Savona. Anche due giorni fa, ennesimo parto in ambulanza all’altezza di Ceriale. Tutto questo a pochi chilometri da un ospedale – il Santa Corona – che dovrebbe essere attrezzato, ma che resta con le sale parto chiuse da quasi cinque anni”.
Lo denuncia la coordinatrice provinciale del M5S Savona Stefania Scarone, che poi aggiunge: “Regione continua a prendere tempo, a raccontare che mancano i medici, che ci sono i lavori, che i numeri dei parti sono bassi. Intanto si rischia la vita: se una donna partorisce in corsa su un’ambulanza, non c’è standard che tenga: è una vergogna civile”.
“Il M5S è al fianco del comitato “Nascere a Pietra” e di tutti i cittadini che chiedono il ripristino immediato del Punto Nascite al Santa Corona. Non si può continuare a sperare che il 118 risolva in extremis ciò che la Regione non ha il coraggio o la volontà di affrontare con serietà. La sanità pubblica non è un costo da tagliare, è un diritto da garantire. Chi governa la Regione deve smetterla con i proclami pre elettorali e assumersi la responsabilità delle scelte. Non vogliamo più leggere di bambini nati sull’asfalto. Vogliamo che tornino a nascere in un ospedale, come in un Paese civile”, conclude.