Saranno 700 i portatori delle casse lignee della processione del Venerdì Santo prevista per il prossimo 18 aprile. Una tradizione che va indietro nel tempo e che si tramanda da padre e figlio e che prendeva il nome di "camalli" proprio perché nel passato soprattutto a portarle erano i portuali.
La cassa 3 "L'Orazione nell'orto" verrà portata, come tradizione, dai Vigili del fuoco che saranno in divisa sotto la cappa "I pompieri savonesi avranno anche il compito di suonare la Campanassa per dare il via alla processione alle 20-30), la cassa 5 invece, "Cristo legato al palo" è da sempre la cassa dei Lavagnolesi, arrichita da 12 portatori della Comunità Indiana Savonese, la 6 "La flagellazione" ai militi della Croce Bianca di Savona che inoltre saranno in servizio per il soccorso durante la Processione.
La cassa 7 "L’incoronazione di spine" al gruppo storico degli ospedalieri guidati dal dottor Galleano, il cui padre è stato Priore Generale e si aggiungono gli scout e gli operatori della Ditta Bazzino che cura gratuitamente lo spostamento delle casse di Ss. Agostino e Monica in Cattedrale.
La "Deposizione dalla Croce", cassa 13, è invece la cassa dei ferrovieri e la 14 la "Deposizione nel Sepolcro"oltre al gruppo storico dei giocatori del CUS Rugby Savona quest’anno si uniscono gli studenti del Liceo Scientifico «O. Grassi» coordinati professor Peirone ed i camalli del porto della pesistica "Portuali savona Lotta".
Per tutte le casse come detto la continuità nella tradizione: si contano infatti molte coppie di papà e figlio.
Saranno 56 i comandanti per le casse, 30 i cristanti per la Croce di passione e 250 tra musicisti e coristi. 80 i volontari.
LE CASSE
1. La promessa del Redentore
Custodita nell’oratorio dei SS. Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla di via Guidobono, è opera di Filippo Martinengo detto il “Pastelica” (Savona 1750-1800). La cassa fu portata per la prima volta in processione nel 1791. I portatori sono 20 per posa. Indossano la cappa della confraternita, bianca con nastri rossi.
2. L’Annunciazione
Custodita nell’oratorio del Cristo Risorto, in largo Varaldo, è opera di Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739). I portatori sono 12 per posa. La cappa bianca è con nastri bianchi.
3. L’Orazione nell’orto
Custodita nell’oratorio dei Ss. Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla, cappa bianca con nastri rossi. È opera di Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739), scolpita intorno al 1728. I portatori sono 20 per posa.
4. Il Bacio di Giuda
Custodita nell’oratorio dei SS. Agostino e Monica, chiesa di santa Lucia, è opera di Giuseppe Rungaldier che la scolpì ad Ortisei nel 1926. I portatori sono 16 per posa con altrettanti cambi. La cappa bianca con nastri verdi
5. Cristo legato al palo
Custodita nell’Oratorio dei SS. Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla, ed è opera di ignoto genovese del XVIII secolo. I portatori sono 8 per posa con altrettanti cambi.
6. La Flagellazione
L’opera lignea, di ignoto di scuola napoletana del XVII secolo, è custodita nell’oratorio dei santi Pietro e Caterina, di via Dei Mille. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi. La cappa è bianca con nastri blu.
7. L’incoronazione di spine
Opera del Maragliano (Genova 1664-1739) che la scolpì nel 1700. E’ custodita nell’oratorio dei santi Agostino e Monica, nella chiesa di Santa Lucia. Restaurata nel 2009. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi. La cappa è bianca con nastri verdi.
8. Ecce Homo
E’ la cassa più recente, venne scolpita da Renata Cuneo tra il 1977 e 1978, in sostituzione della cassa di G.A. Torre, con lo stesso soggetto, che si dice andò distrutta durante un bombardamento nel 1944. Custodita nell’oratorio dei santi Pietro e Caterina. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi.
9. Cristo che cade sotto la croce ed è aiutato dal Cireneo
Si può ammirare nell’oratorio dei santi Pietro e Caterina, e viene attribuita ad ignoto di scuola napoletana del XVII secolo. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi.
10. Cristo spirante in Croce
Opera del periodo più maturo del Maragliano è custodita nell’oratorio dei SS Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla. È stata restaurata nel 2000. I portatori sono 24 per posa con altrettanti cambi.
11. Cristo morto in Croce
Opera di ignoto di scuola romana del XVI secolo, si dice dono dei Della Rovere alla confraternita di Nostra Signora di Castello alla quale questi appartenevano. Si tratta di un Crocifisso processionale successivamente adattato a “cassa” e arricchito di putti barocchi opera , forse, del genovese Bartolomeo Musso. I portatori sono 20 per posa con altrettanti cambi. La cappa è blu con risvolti bianchi e cordone bianco. 12. La Deposizione dalla Croce Opera del Martinengo detto il “Pastelica” risalente al 1793 circa, è custodita, come il Cristo morto, nell’oratorio di Nostra Signora di Castello, in via Manzoni. I portatori sono 26 per posa con altrettanti cambi.
13. La Pietà
Scolpita nel 1833 dal savonese Stefano Murialdo detto “Crocetto” (1776-1838), probabilmente allievo del Martinengo, venne ritoccata e migliorata dal Brilla nel 1842. Restaurata nel 2001, è custodita dall’oratorio di Nostra Signora di Castello. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi.
14. La Deposizione nel Sepolcro
Scolpita nel 1866 dallo scultore savonese Antonio Brilla (1813-1891. Custodita nell’oratorio del Cristo Risorto, venne restaurata nel 2004. I portatori sono 24 per posa con altrettanti cambi.
15. L’Addolorata
Attribuita a Filippo Martinengo, detto “Pastelica”(Savona 1750-1800) appartiene all’Arciconfraternita della SS. Trinità, è custodita nell’oratorio dei santi Giovanni Battista Evangelista e Petronilla, che ospita l’Arciconfraternita. I portatori sono 8 per posa con altrettanti cambi. La cappa è rossa con risvolti bianchi.