"Ora basta costi della depurazione non fatta nelle bollette dell'acqua. Passiamo dalle parole ai fatti".
E' decisa e netta a scanso di ogni equivoco la presa di posizione del comitato "Pietra Libera e Val Maremola" e del gruppo di minoranza consiliare "Lista Indipendente" sull'ormai annoso tema che da circa una quindicina d'anni è una questione ancora irrisolta, ossia la realizzazione di un collegamento tra il territorio di Pietra Ligure e la Valmaremola con il depuratore di Borghetto Santo Spirito gestito dalla Servizi Ambientali SpA.
"Dopo l’approvazione di progetti preliminari, l’inizio dei lavori è sempre sembrato imminente, ma di fatto non è mai avvenuto" spiega il portavoce delle due realtà, il consigliere pietrese Mario Carrara, annunciando la presentazione di una diffida all'azienda nell'imputare, agli utenti, ancora i costi per una depurazione che, allo stato attuale, non viene eseguita.
Il comitato e il gruppo consigliare ricordano come negli ultimi anni i sindaci del territorio abbiano più volte sollevato il problema con dichiarazioni pubbliche, spesso dai toni accesi. Tuttavia l'accusa è che, "oltre a prese di posizione fatte di dichiarazioni roboanti su articoli di stampa", non si sia più avuta "alcuna azione concreta" con "l'impressione di una propaganda verso i cittadini per far vedere loro che la questione era seguita costantemente". "Una riprova? Dichiarazioni come quella del 18 maggio 2023 'la Valmaremola, Pietra Ligure e Borgio hanno sempre onorato gli impegni economici, i cittadini hanno sempre pagato il dovuto… Purtroppo questi soldi negli anni sono stati usati per altre attività: sono state fatte altre scelte, c’erano priorità ed esigenze diverse; ma quel mutuo (sottoscritto dai Comuni) aveva una finalità e tutti i soldi versati dai cittadini (circa 12 milioni di euro) sono stati usati per altro!'. Dopo queste dichiarazioni, cosa è cambiato? Nulla".
Lo stesso si può dire, secondo i firmatari, dell’incarico affidato nel 2021 all’avvocato Lorenzo Cuocolo per intraprendere un’azione legale per conoscere lo stato dei lavori, le cause del ritardo e il perché non vi fossero tempi certi per il collettamento. "Cosa ne è conseguito a un incarico legale così importante, con finalità così precise, pagato dal Comune di Pietra Ligure 10mila euro? Al di là di alcune lettere, non si sa nulla di più. Quindi, parafrasando una commedia di Shakespeare: 'Tanto rumore per nulla' (e tanti soldi…)".
Dopo quell’incarico, la Provincia di Savona ha promosso un incontro tra i Comuni coinvolti e le società responsabili della gestione del servizio idrico, dal quale nacque un Protocollo d’Intesa che stabiliva impegni precisi quali "la realizzazione del collettamento, i tempi previsti, la responsabilità della società Servizi Ambientali e, il costo totale di 5 milioni di euro, di cui 3,5 milioni coperti con un aumento del 52% delle tariffe e 1,5 milioni finanziati tramite un nuovo mutuo. Tutte cose, però, regolarmente non fatte e disattese nonostante fossero state messe per iscritto. E che conseguenze ci sono state? Nessuna, nonostante il protocollo prevedesse l’applicazione di penali in caso di inadempienza".
Negli ultimi due anni, la questione sembra essere caduta nel dimenticatoio. "La Servizi Ambientali ha fatto passare l’idea che il vecchio collegamento tra Pietra Ligure e il depuratore (che convoglia direttamente solo il 30% dei reflui) sia comunque sufficiente - continua il portavoce della protesta - mentre finirebbero in mare solo nei periodi di alta affluenza turistica. A una considerazione del genere sembra che i sindaci si siano assuefatti ed adattati perché da circa due anni della questione non se parla più. E tutto il can can fatto per anni, anche su tutti i soldi già spesi per fare il collettamento? Sembra che sia andato tutto in cavalleria".
Non manca quindi l'accusa di Carrara al sindaco pietrese: "Del problema depurazione non se n'è potuto parlare neanche nell'ultima campagna elettorale di meno di un anno fa, perché il programma elettorale dell'attuale sindaco De Vincenzi ne trattava marginalmente e lui, rifiutando un confronto diretto, vis a vis, ha evitato che di questo problema (come di altri) si parlasse e si confrontassero le posizioni in merito. Noi, invece, non abbiamo intenzione di lasciar cadere il problema - prosegue - perché è sempre più chiaro ed evidente che la depurazione per il 70% del territorio di Pietra Ligure e il 100% della Valmaremola non viene fatta, ma quei cittadini/utenti sono costretti a pagarne lo stesso nelle bollette i costi". Una posizione che, tra l'altro, ha dato vita al comitato.
"Come gruppo consiliare d’opposizione della Lista Indipendente, vogliamo mantenere gli impegni presi con gli elettori. Dopo anni di chiacchiere e propaganda, abbiamo deciso di dare una svolta concreta alla questione. Con l’appoggio di Pietra Libera, abbiamo dato mandato a un avvocato cassazionista di inviare una diffida ufficiale alla Servizi Ambientali, affinché i costi della depurazione non vengano più inseriti nelle bollette, visto che il servizio non viene effettivamente erogato - spiega quindi Carrara - Ci sono delle responsabilità ben precise, anche di natura penale. Far pagare un servizio che in realtà non viene fornito significa ingannare gli utenti".
Tuttavia, è stato concesso un termine per rimediare: "Pensiamo che, togliendo gli importi della depurazione non fatta dalle prossime bollette, non si debba passare alle fasi successive, coi passaggi inevitabili che comporterebbero il 'dare un nome' a quel comportamento, invocando l'intervento, tramite atti formali, di chi ha la facoltà di far rispettare la legge" chiosa Carrara.
In allegato la diffida completa.