Certo, il boom di vendite si è visto durante il lockdown, ma già prima dell'emergenza, grazie a fattori come la rapidità, la comodità e la possibilità di accesso da mobile, i numeri erano molto buoni.
Quanti anni ha, in media, l'utente che ama bere bene e che sceglie di acquistare vini online, avendo oggi a disposizione riferimenti di massima qualità che, come l'e-commerce Tannico, hanno fatto della verticalizzazione massima sul prodotto e della ricerca di eccellenza il loro marchio di fabbrica?
Secondo un recente sondaggio condotto dall'Iwsr (International Wine & Spirits Research), sono i nati negli anni '50 e la cosiddetta generazione X - i nati dal 1964 al 1980 - a rappresentare lo zoccolo duro, circa il 60% del totale, degli acquirenti online di vino in diversi Paesi, ossia Italia, Regno Unito, Francia, Australia e Spagna.
I Millennials, ossia i nati tra il 1981 e il 1996, per la maggior parte nativi digitali, sono un cluster indubbiamente importante per le aziende che vendono online ma, in questo periodo almeno, il loro contributo alla crescita del giro d'affari sul web relativo agli acquisti di vino è più marginale. Ci sono, però, alcune eccezioni da considerare.
Sempre secondo l'indagine di Iwsr, i cui dati sono sempre un punto di riferimento molto prezioso per capire in che direzione sta andando l'industria delle bevande alcoliche, i Millennials e i nati negli anni della Generazione Z, ossia tra il 1997 e il 2012, che hanno raggiunto l'età legale per bere guidano le fila degli acquirenti online di vino in Paesi come la Cina, dove rappresentano l'80% del totale, e il Brasile contesto dove, invece, la percentuale è pari a 64.
Particolarmente interessante è il caso degli USA. Negli Stati Uniti, circa il 43% degli acquirenti di vino online appartiene alle schiere dei Millennials. Il restante 57%, invece, è diviso equamente tra Generazione X e nati nei gloriosi anni '50.
Si tratta di dati indubbiamente interessanti per le aziende italiane che vogliono affacciarsi all'e-commerce enologico, settore che, nonostante le sfide degli ultimi anni, tra cui la perdita, da parte del Bel Paese, della supremazia mondiale come produttore, acquisita dalla Francia, ha ancora tante carte a suo favore per rappresentare un volano di successo per le migliori etichette del mondo.