Negli ultimi mesi, sempre più automobilisti stanno ottenendo l’annullamento delle multe per eccesso di velocità perché gli autovelox utilizzati non sono omologati.
Questo problema, che sta mettendo in difficoltà Comuni e Province, ha origine nel 1992, quando l’articolo 142, comma 6, del Codice della Strada stabilì che i dispositivi di rilevamento della velocità dovessero essere approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e debitamente omologati. Tuttavia, il decreto attuativo che avrebbe dovuto definire le procedure di omologazione non è mai stato emanato e, di conseguenza, nessun dispositivo oggi risulta omologato.
Di fronte ai ricorsi, molti enti locali hanno sostenuto che i loro autovelox fossero tarati e approvati, facendo riferimento ad alcune circolari ministeriali che equiparavano l’approvazione all’omologazione. In realtà, però, si tratta di due procedure diverse. L’approvazione è una semplice autorizzazione amministrativa che consente l’utilizzo del dispositivo senza una verifica tecnica approfondita, mentre l’omologazione certifica che il dispositivo rispetta precisi requisiti tecnici e normativi.
Nel 2024 la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10505, ha stabilito che, senza omologazione, le multe sono da considerarsi nulle, anche nel caso in cui il dispositivo fosse stato approvato. Questa decisione è stata poi confermata in altre sentenze, provocando un’ondata di ricorsi e spingendo molti Comuni a spegnere gli autovelox. A gennaio, il Ministero ha inviato una circolare ai prefetti, basandosi su un parere dell’Avvocatura dello Stato, in cui si sosteneva che approvazione e omologazione fossero equivalenti. Tuttavia, l’Avvocatura ha successivamente precisato che questi documenti non erano mai stati esaminati dalla Corte, in quanto non depositati nei relativi giudizi.
Pochi giorni fa, il Mit ha annunciato un decreto ministeriale per regolamentare l’omologazione dei dispositivi, la taratura e le verifiche di funzionalità. Il provvedimento è stato però sospeso per ulteriori accertamenti. Nel frattempo, resta in vigore il decreto del 2024, che impone nuove regole per gli autovelox. Entro il 12 giugno, tutti i dispositivi dovranno essere preceduti da cartelli di avviso, posizionati a una distanza compresa tra uno e quattro chilometri, in base al tipo di strada. La taratura dovrà essere effettuata ogni anno e certificata, mentre non potranno essere installati autovelox nei centri abitati con limiti di velocità inferiori a 50 km/h. Se queste condizioni non saranno rispettate, i dispositivi di rilevamento della velocità dovranno essere spenti.