L’Osteria del Tempo Stretto ha offerto un’esperienza culinaria indimenticabile, che ha messo in luce le ricchezze delle tradizioni gastronomiche della Romagna. I piatti serviti durante la cena sono stati un vero trionfo, preparati con ingredienti freschissimi e con un’attenzione particolare all'uso delle erbe spontanee, che hanno conferito a ogni portata un tocco di freschezza e originalità.
Protagonista della serata è stata la bravissima chef Cinzia Chiappori, la quale ha curato un menù che ha saputo racchiudere nel menù tutta l'essenza della tradizione romagnola. Ogni piatto raccontava infatti una storia, un legame profondo con il territorio e la sua cultura. La chef ne ha saputo armonizzare i sapori, deliziando tutti i presenti.
A completare l'esperienza, una selezione di vini pregiati è stata presentata con grande competenza e simpatia dalla sommelier Miranda Moroni. Ogni calice è stato scelto con cura per esaltare i gusti di ciascuna portata, creando un abbinamento perfetto e rendendo l’evento ancora più memorabile.
Il giornalista Claudio Porchia ha arricchito ulteriormente la serata, illustrando ogni portata con aneddoti e curiosità che hanno appassionato gli ospiti. I suoi racconti hanno offerto uno sguardo sulle tradizioni culinarie della Romagna, rendendo l'intera esperienza non solo un viaggio gastronomico, ma anche culturale.
Questo il menù proposto dalla chef Cinzia Chiappori: in apertura le deliziose Frittelle di strigoli, accompagnate dal "Le Signore" Famoso Ravenna IGT 2023, un vino dal colore giallo tenue, il cui bouquet iniziale evoca fiori e minerali.
Gli strigoli, noti come Silene vulgaris, sono erbe spontanee dal sapore delicato, utilizzabili sia crude che cotte, e che si prestano a molteplici preparazioni, dalle frittate ai ripieni per pasta.
Il viaggio gastronomico è proseguito con un primo piatto goloso, gli Urcion con rosole e ricotta su fonduta di parmigiano e riduzione di sangiovese, accompagnato dal "PerLaGioia" Albana Ravenna IGT 2023, un vino bianco secco con sentori di fiori bianchi e gialli di biancospino e ginestra, che ha esaltato la ricchezza del piatto. L’urcion, l’orecchione, è una pasta ripiena tradizionale della Romagna, si distingue per la sua forma allungata e il ripieno a base di formaggi ed erbe, ideale per le celebrazioni e i pranzi della festa. Un vero simbolo della convivialità romagnola, capace di raccontare storie di famiglie e tradizioni.
A seguire una selezione di salumi di Mora romagnola, un presidio Slow Food, accompagnati da piadina farcita con squacquerone e fichi caramellati. Questo piatto è stato servito con un bicchiere di "Biagio Antico" Sangiovese Romagna DOC 2023, il quale ha sapientemente bilanciato i sapori con la sua freschezza e succosità, incarnando la vera essenza del Sangiovese romagnolo. La mora romagnola, un maiale dal caratteristico mantello scuro, offre carni di alta qualità, utilizzate nella produzione di una varietà di insaccati apprezzati in tutta Italia. Lo Squacquerone DOP, morbido e cremoso, è da sempre uno dei principali protagonisti della piadina romagnola, definita da Giovanni Pascoli come “il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli” e riconosciuta nel 2014 dall'Unione europea con l’Indicazione geografica protetta.
Per concludere la cena in dolcezza la Zuppa Inglese, un dessert splendidamente accompagnato dal drink “Ruby”, un’invenzione della talentuosa barlady Ottavia Castellaro, che con la sua creatività riesce a esaltare ogni piatto.
Contrariamente a quanto possa suggerire il nome, la Zuppa Inglese è un dolce di origine italianissima, con radici che affondano tra le terre dell’Emilia Romagna e della Toscana.
Pellegrino Artusi, nella sua opera La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, fa una distinzione tra la ricetta toscana e quella emiliana. “In Toscana - ove per ragione del clima ed anche perché colà hanno avvezzato così lo stomaco, a tutte le vivande si dà il carattere della leggerezza e l'impronta, dov'è possibile, della liquidità - la crema si fa molto sciolta, senza amido né farina e si usa servirla nelle tazze da caffè. Fatta in questo modo riesce, è vero, più delicata, ma non si presta per la zuppa inglese nello stampo e non fa bellezza”.
La sua preparazione prevede una sapiente stratificazione di ingredienti che la rende non solo esteticamente affascinante, ma anche incredibilmente gustosa.
La serata all’Osteria del Tempo Stretto è stata quindi non solo un successo gastronomico, ma anche una celebrazione della cultura e della tradizione romagnola