«Aprite le finestre è primavera», cantava Franca Raimondi. Violette, magnolie, margheritine, denti di leone e poi peschi, mandorli, ciliegi… finalmente è tutto un fiore.
Il 20 marzo è la data dell’equinozio di primavera, il giorno in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata.
Dal 2008, la data di inizio primavera è stata spostata al 20, quando molti di noi l’hanno sempre festeggiata il 21 marzo.
Questo cambio è dovuto sia all’inclinazione dell’asse terrestre sia all’impostazione del calendario gregoriano. L’equinozio di primavera, che scientificamente è il momento esatto in cui il Sole è allo Zenit all’equatore e i suoi raggi cadono perpendicolari sull’asse di rotazione terrestre, è sempre stato considerato come un simbolo di rinascita.
E allora, perché non lasciarsi incantare dalla “grande bellezza” della natura che si risveglia e ci ricorda quanto è affascinante il mondo che abitiamo?
A passeggio per le campagne si possono ammirare delle clamorose fioriture, peccato solo che dalle foto non si senta il profumo inebriante. Un esempio? La forsizia, pianta nativa dell’Asia e della penisola balcanica.
La sua particolarità è la fioritura nei colori giallo zolfo, bianco, rosa o rosso che arriva proprio alla fine dell’inverno e annuncia la primavera. Grazie al suo portamento arbustivo, il ricco fogliame e la rusticità è una delle piante più utilizzate nei giardini.
Il nome attribuito a questo genere di piante è ispirato a William Forsyth, uno dei botanici fondatori della Royal Horticultural Society, la più importante associazione botanica del mondo.
Che profumo tutto intorno, che meditazioni, che introspezioni, che bellezza!