Il 18 marzo, Giornata nazionale in memoria delle vittime del coronavirus, dovrebbe rappresentare un momento di riflessione su quanto è stato fatto per affrontare l’emergenza pandemica e su ciò che può ancora essere migliorato. Eppure, secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, il ricordo di chi ha perso la vita a causa del Covid-19 sembra essere diventato un argomento scomodo.
"La pandemia ha lasciato cicatrici profonde. Molti hanno preferito dimenticare chi è morto, sia tra la popolazione che tra il personale sanitario. È diventato quasi un tabù", scrive Bassetti sui social.
Il 18 marzo è una data simbolica: richiama il giorno del 2020 in cui l'Italia registrò il numero più alto di decessi per coronavirus, con l’immagine indelebile delle bare di Bergamo trasportate dai camion dell’Esercito. "Oggi – aggiunge Bassetti – il pensiero va inevitabilmente a chi, in famiglia, tra gli amici e i conoscenti, è mancato a causa del Covid".