Due condanne a 8 mesi per crollo colposo e due a sei mesi per omicidio colposo.
Ieri in Tribunale a Savona si è concluso il processo di primo grado con al centro la morte di Maurizio Superchi che aveva perso la vita il 4 febbraio del 2021 schiacciato dal crollo di una volta e della parete condivisa con un altro appartamento del piccolo complesso abitativo comprensivo di quattro abitazioni di via Caviglia a Tovo San Giacomo.
Ad essere condannati dal giudice Roberto Amerio il geometra Gabriele Lunghini, responsabile per la sicurezza in fase di progettazione e esecuzione, difeso dagli avvocati Monica Piccirilli e Luca Barbero e l'ingegnere Giuliano Borrelli, strutturista, assistito dal legale Stefania Poggi. La pena è stata sospesa con la condizionale, i due condannati dovranno corrispondere 50mila euro di provvisionale alla parte civile difesa dall'avvocato Rocco Varaglioti. Assolto perché il fatto non costituisce reato l'escavatorista Roberto Oliveta difeso dagli avvocati Giambattista Petrella e Gianluca Rudino. Confermate le richieste del Pubblico Ministero Giovanni Battista Ferro.
"Esprimiamo piena soddisfazione per la sentenza assolutoria ottenuta in favore di Roberto Oliveta. Il processo è stato molto complesso sotto il profilo tecnico e particolarmente toccante dal punto di vista umano, ma abbiamo sempre confidato nel fatto che l'innocenza del nostro assistito sarebbe stata dimostrata e riconosciuta dal Tribunale" dicono gli avvocati Petrella e Rudino.
Superchi, artigiano edile in pensione, aveva acquistato quella vecchia abitazione per ricavarvi alcuni appartamenti e, come qualsiasi privato che intenda effettuare un’opera edilizia, aveva commissionato il progetto, che aveva superato tutto l’iter e ottenuto il permesso di costruire rilasciato del Comune, e si era affidato ad un’impresa per la realizzazione dei lavori. E quel “tragico” giovedì il sessantaseienne non si era recato nel cantiere per lavorarci ma soltanto per controllare come procedessero i lavori ed aveva avuto la sventura di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Intorno alle 8.30 infatti la struttura aveva improvvisamente ceduto e un operaio che stava lavorando sul posto era rimasto illeso, seppur ricoverato in stato di shock al Santa Corona di Pietra Ligure.
Tra le persone colpite dalla misura preventiva di evacuazione, una vicina che al momento del crollo si trovava in casa: la donna si era accorta tempestivamente di quanto stava accadendo e del muro della camera del figlio (assente perché a scuola) che stava sgretolandosi, riuscendosi così a mettere in salvo.
Sul posto i primi rilevamenti del caso erano stati eseguiti dai Carabinieri della stazione di Pietra Ligure e la Procura aveva aperto un fascicolo.