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Attualità | 12 marzo 2025, 21:05

Capitale italiana della cultura, Savona si ritrova nella festa organizzata in piazza Sisto

Il sindaco è rientrato da Roma, dove c'è stata la proclamazione della vincitrice, la città di Pordenone. Le opposizioni: "I problemi restano, bisogna impegnarsi a risolverli"

Capitale italiana della cultura, Savona si ritrova nella festa organizzata in piazza Sisto

C'era la giunta al completo, i consiglieri comunali di maggioranza e decine di persone che hanno sostenuto il progetto, questa sera del 12 marzo in piazza Sisto, ad attendere il ritorno del sindaco Marco Russo e della sua delegazione al ritorno da Roma, dove c'è stata la proclamazione di Pordenone Capitale italiana della Cultura 2027, con Savona tra le dieci finaliste.

Qualcuno deluso, qualcuno dispiaciuto, ma tutti hanno accolto con un applauso solenne il sindaco Russo, che nel suo intervento ha più volte usato le parole "orgoglio", "osare", "patrimonio".

"Noi dobbiamo essere contenti e orgogliosi perché abbiamo per le mani un patrimonio straordinario" – ha detto – "è un patrimonio di idee, di progetti, un patrimonio di comunità, di cittadini vivaci. Ci siamo riappropriati non solo della nostra città, ma anche del territorio tutti insieme, perché oggi tutti i sindaci mi hanno scritto dicendo 'però dobbiamo andare avanti, abbiamo fatto una cosa straordinaria'. Quindi non siamo soli, siamo un territorio vasto. Non solo, siamo un territorio vasto che si è messo in cammino e ha stretto relazioni con altre città del Nord-Ovest. Abbiamo coinvolto tutti gli enti del territorio, questa è una cosa straordinaria. E allora abbiamo fatto tre cose che dobbiamo tenere care come patrimonio importante". Torna la parola "orgoglio".

"Ma da quanto tempo non eravamo orgogliosi della nostra città?" – ha aggiunto Russo – "E oggi siamo orgogliosi della nostra città, di quello che possiamo dare, di quello che possiamo fare. E guardate che questo cambia la qualità della vita, perché così possiamo davvero affrontare sfide impensabili". "Secondo" – ha continuato – "abbiamo ritrovato un po' di ambizione perché, diciamoci la verità, un filo di delusione oggi c'era. Ma chi di voi sarebbe stato deluso se gli avessero detto un mese fa, due o tre mesi fa, due anni fa, quando siamo partiti, che potevamo vincere? Quando siamo partiti pensavamo davvero che potevamo giocarcela? Ebbene, questo è accaduto grazie al lavoro che in questi mesi abbiamo fatto tutti insieme, e allora questo ci dice che Savona può osare. Savona può osare, può affrontare delle sfide straordinarie. Terzo: abbiamo un progetto comune. Quante volte ci siamo detti che la città e il territorio andavano ognuno per conto proprio, che non facevamo sufficiente massa, collaborazione, rete? Ebbene, adesso abbiamo un progetto comune che non è che ci è caduto dal cielo, ma è stato costruito da voi".

Dall'opposizione sono arrivati i primi commenti. "Sono sinceramente dispiaciuto che Savona non potrà rappresentare la cultura in Italia nel 2027" – dichiara Maurizio Scaramuzza, consigliere comunale della Lega – "nonostante gli sforzi fatti in questi mesi. Il Ministero della Cultura ha deciso diversamente, premiando Pordenone. Ma il futuro si costruisce con i fatti. Purtroppo, i problemi di Savona permangono e ora che il 'sogno' è svanito sono ancora più evidenti: la città è stata abbandonata".

"Chiediamo all’amministrazione di voltare pagina- prosegue - mettendo in pratica quanto detto e scritto. Un primo passo sarebbe rendere la città vivibile, partendo dalla pulizia e dalla manutenzione delle strade. E non dimentichiamoci che nel 2025 la Liguria sarà Regione europea dello Sport, ma il Bacigalupo è ancora abbandonato. Se non risolviamo i problemi quotidiani, è normale che i giovani continueranno a scappare".

"È andata male. E non sono affatto tra quelli che gioiscono" – afferma Fabio Orsi di PensieroLibero.zero – "E aggiungo che non è la stessa cosa vincere o meno, come si sente dire ovunque adesso a giochi fatti e da qualche giorno per mettere le mani avanti. Questa amministrazione ha legittimamente deciso di investire l’impegno massimo degli uffici e anche parecchie risorse su questa competizione, che poteva essere un ottimo volano, in questi due anni anziché su altre cose. Ora però, smaltita la delusione e presa coscienza della situazione, bisogna tornare ad occuparsi anche del governo della città, perché Savona ne ha davvero bisogno. Ci sono tali e tanti problemi da risolvere che ci vuole analogo impegno".

Elena Romanato

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