Era la primavera del 1920 quando, nel Castello Devachan di Sanremo, il Consiglio supremo di guerra Alleato con la dissoluzione dell'Impero Ottomano cominciò a pensare il riassetto di tutta l'area del Medio Oriente, con una particolare attenzione alla Palestina, gettando le basi per la creazione di un futuro Stato di Israele.
Da allora tra la Liguria e quella porzione di mondo i legami non sono mai venuti meno. Lo ha voluto ricordare stamani, in un blindato Palazzo della Provincia di Savona, il convegno “Cultura e vita 105 anni di amicizia Liguria e Israele” organizzato dall'Associazione Italia-Israele di Savona, dall'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, dalla Conferenza permanente associazioni combattentistiche e patriottiche di Savona, Beth Shalom Albisola con il patrocinio della Provincia, al quale ha partecipato come ospite d'eccezione il neo Ambasciatore d'Israele in Italia, Jonathan Peled.
Una mattinata che è stata un lungo excursus di relazioni passate, presenti e aperte al futuro, col conflitto israelo-palestinese al centro dell'attenzione. “Purtroppo la guerra intrapresa contro Hamas ha fatto da catalizzatore ad un'ondata di antisemitismo in tutta Europa. Nonostante questa crescita, gli amici in Italia superano i detrattori, i gruppi pro Israele rappresentano un supporto fondamentale alla nostra Nazione e alla comunità ebraica” ha detto Peled, rimarcando come il cessate il fuoco delle ultime settimane abbia aperto importanti finestre di dialogo verso una risoluzione, certo non facile o immediata, della contesa.
“La nostra regione, affacciata sul Mediterraneo, ha sempre avuto una vocazione all’incontro tra culture, allo scambio di idee e alla costruzione di ponti tra i popoli. Ed è proprio in questa prospettiva che oggi celebriamo un rapporto di amicizia che si rinnova e si consolida, nel segno della cultura e della cooperazione” ha esordito il vicepresidente di Palazzo Nervi, Andrea Castellini, non mancando di sottolineare la contingenza politica da contorno all'incontro, definendo la guerra “una sfida per la comunità internazionale e una ferita aperta per i popoli coinvolti”, e ribadendo quindi “con fermezza il valore della pace e della convivenza” quali principi fondanti dell'agire delle istituzioni per “promuovere un dialogo aperto e costruttivo, fondato sul rispetto reciproco e sulla tutela della vita umana”. Far sì quindi che “tragedie e sofferenze lascino il posto a speranza e collaborazione”, anche attraverso la cultura quale “potente strumento di comprensione e di costruzione di un futuro migliore per contrastare pregiudizi, costruire ponti e avvicinare le comunità”, ha detto ancora Castellini.
Numerosi sono stati gli interventi delle associazioni giunte da diverse parti del Nord Ovest, fatte di testimonianze passate come quella legata al contributo del capitano Giovanni Battista Mezzano di Celle e il suo ruolo nell'emigrazione ebraica verso Israele, nella quale giocò un ruolo fondamentale il porto di Vado, scalo di partenza per decine di navi cariche di profughi ebrei di ogni nazionalità sopravvissuti all'Olocausto facente parte dell'Aliyah Bet, organizzata per aggirare le restrizioni britanniche sull'ingresso degli ebrei in Palestina.
Passato ma anche presente. Attraverso numerose foto, il vicepresidente del Consiglio Regionale Angelo Vaccarezza ha portato la propria testimonianza diretta di quanto visto durante il viaggio degli scorsi mesi in Israele, dalla visita ai kibbutz al confine con Gaza al Parlamento di Gerusalemme, dalle case e dai racconti di chi ha perso amici o familiari all'incontro con giovani universitari.
E proprio col mondo dell'Università e dei giovani si è chiusa la mattinata, con l'intervento di alcuni studenti che hanno visitato i colleghi israeliani, alcuni dei quali collegatisi da remoto.