"Cosa sarebbe successo se?". Si apre così la nota firmata da "Rete No Rigass No Gnl Nazionale" dopo quanto avvenuto alla petroliera Seajewel ormeggiata tra Savona e Vado, danneggiata, pare, da un'esplosione nella notte tra il 14 e il 15 febbraio.
"Dopo quello che è stato molto probabilmente un attentato ai danni della petroliera ormeggiata al campo boe di Vado Ligure, questa domanda è stata spesso posta sui giornali - prosegue la nota - Una cosa è certa, questo episodio ha dimostrato che le navi, in porto, in rada o in navigazione che siano, sono esposte e fragili di fronte all’attacco di professionisti. E di professionisti in questo caso si è certamente trattato visto la sapiente dosatura delle cariche e la loro collocazione in modo da non procurare danni irreversibili. E’ stata un’azione dimostrativa? Da parte di chi e contro chi? Non siamo in grado di entrare in questioni di politica o nel rapporto tra stati belligeranti, rimaniamo pertanto entro confini che ci sono più familiari. Da anni orma ci battiamo come Rete perché si passi rapidamente alle fonti rinnovabili, abbandonando l’uso delle fonti fossili. Quello cui assistiamo è invece una sempre maggiore avidità delle società del fossile che continuano a progettare sempre nuovi rigassificatori o depositi costieri di GNL, favorite anche da incentivi governativi. Abbiamo prodotto decine di scritti, contro questa follia e nelle nostre osservazioni e note abbiamo sempre fatto riferimento anche al rischio terrorismo. Perché un attentato vero a una gasiera, non un’azione dimostrativa, avrebbe conseguenze catastrofiche. Studi internazionali ci dicono che la rottura della stiva di contenimento del liquido, collisioni o altri fattori possono portare alla fuoriuscita di gas liquefatto che, trasformatosi rapidamente in aeriforme, produrrebbe gravissimi danni a persone e cose in caso di incendio o esplosione, in un raggio che va ben oltre le poche centinaia di metri che leggiamo nei Piani di Emergenza Esterni ma raggiungerebbe l’ordine dei Km".
"Per questi motivi, per la sicurezza nostra, dell’ambiente in cui viviamo, dei nostri mari, ci battiamo e continueremo a farlo perché si abbandoni l’uso di fonti fossili. E ci battiamo tutti insieme, da Piombino a Spezia, da Vado a Livorno, da Ravenna a Gioia Tauro, da Porto Empedocle alla Sardegna a Porto Viro e in tutti i luoghi dove sono presenti o previsti rigassificatori, depositi di GNL e gasdotti. Perché la nostra posizione non è mai stata e non sarà mai nimby" concludono da "Rete No Rigass No Gnl Nazionale".