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Attualità | 01 febbraio 2025, 08:00

Giubileo 2025, la "geografia delle indulgenze" nella Diocesi di Albenga-Imperia. Il Vescovo Borghetti: "Un perdono pienissimo" (VIDEO)

Dalla Cattedrale di San Michele ad Albenga alla Basilica di San Maurizio a Imperia: i luoghi della "grazia", insieme al Vaticano, nell'Anno Giubilare

Mons. Guglielmo Borghetti

Mons. Guglielmo Borghetti

"I pellegrinaggi sono l'elemento costitutivo del Giubileo". Lo sottolinea monsignor Guglielmo Borghetti, Vescovo della Diocesi di Albenga-Imperia, soddisfatto dell'ottima partecipazione popolare all'apertura dell'anno speciale avvenuta domenica scorsa in piazza del Popolo ad Albenga. Ma non c'è solo la Sede di Pietro come destinazione privilegiata per il "santo viaggio", benché sia ovviamente la principale: per coloro che sono impossibilitati a recarsi a Roma, anche la Cattedrale albenganese di San Michele e la Basilica di San Maurizio ad Imperia sono chiese per i pellegrinaggi giubilari. Non solo. Nel giorno delle rispettive festività, saranno chiese giubilari la Basilica minore di “San Giovanni Battista” a Imperia, dai primi vespri del 23 giugno a tutto il 24 giugno 2025; il Santuario diocesano di “N.S. di Pontelungo” ad Albenga, dai primi vespri del 1° luglio a tutto il 2 luglio 2025; la Basilica minore di “San Nicolò” a Pietra Ligure, dai primi vespri del 7 luglio a tutto l’8 luglio 2025. Sono state definite inoltre tre celebrazioni giubilari particolari: quella per i Detenuti il 10 gennaio 2025, nel carcere di Imperia, quella per i Malati il 15 febbraio 2025, in Concattedrale a Imperia, e quella del Mondo della Sanità il 22 novembre 2025, in Cattedrale ad Albenga. È invece previsto per i giorni dal 14 al 16 marzo il primo dei pellegrinaggi diocesani a Roma guidato dal Vescovo.

Spiega monsignor Borghetti: "Abbiamo tutti memoria, perché non è lontano nel tempo, del Giubileo della Misericordia del 2015. Quello era un Giubileo straordinario. Quello che stiamo vivendo, invece, è il Giubileo ordinario del 2025. Ogni 25 anni la Chiesa si dà questo appuntamento: un appuntamento squisitamente di grazia. Certamente, negli auspici di tutti noi, questo evento deve poi riverberarsi anche in alcune scelte concrete, proprio come avveniva in origine, quando il concetto di Giubileo indicava un anno speciale, un anno di grazia. Ne faccio riferimento anche nella lettera che ho scritto alla Diocesi, Afferriamoci saldamente alla speranza. Essenzialmente, però, il Giubileo rimane un evento di grazia: un’opportunità che si realizza attraverso il pellegrinaggio, una pratica molto importante non solo per la vita cristiana, ma anche per l'uomo in generale. L’uomo ama pellegrinare: il viaggio ha molteplici significati, anche simbolici, nella vita".  

"Il pellegrinaggio del Giubileo diocesano, in quanto Giubileo ordinario, è eminentemente il pellegrinaggio a Roma, alle quattro grandi basiliche - prosegue il Vescovo - È il pellegrinaggio ad Sedem Petri, come si dice. Nell’anno giubilare ordinario, questo rimane il pellegrinaggio per eccellenza. Si parte, si prega, si ottiene l’indulgenza plenaria e si ritorna rinnovati. Se il pellegrinaggio a Roma e alla tomba di Pietro è l'elemento qualificante del Giubileo ordinario, il Santo Padre, attraverso la Penitenzieria Apostolica, ha voluto lasciare (seppure in modo più moderato rispetto ai Giubilei straordinari) la possibilità alle chiese locali, e quindi alle Diocesi, di individuare sul loro territorio alcune chiese giubilari. Il pellegrinaggio verso queste chiese è a tutti gli effetti un pellegrinaggio giubilare".  

"Nella nostra Diocesi - ricorda monsignor Borghetti - ho indicato come chiese giubilari per tutto l’anno la Cattedrale di Albenga e la Basilica Concattedrale di San Maurizio a Imperia-Porto Maurizio. Un pellegrino che, partendo da Albenga, si reca alla Concattedrale di Imperia può, con le dovute disposizioni interiori (confessato, in preghiera per il Santo Padre, comunicandosi e partecipando alla Messa) ottenere l’indulgenza plenaria. L’espressione 'indulgenza plenaria' può sembrare particolare e richiamare molte cose nella storia. Tuttavia, credo che sia utile semplificare il concetto: io lo chiamo perdono pienissimo". 

"Il dono di sé che ha fatto Gesù Cristo sulla croce ha un valore talmente infinito e immenso da poter ripulire e sistemare tutta la nostra esistenza. Per questo mi piace l’espressione 'perdono pienissimo'. Certamente, il perdono dei peccati si riceve già con il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, ma l’indulgenza plenaria ha un valore speciale", conclude il Vescovo di Albenga-Imperia.  

Redazione

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