A piano terra, in quartieri a poca distanza dal mare come alle Fornaci, nelle vie perpendicolari a Corso Vittorio Veneto, o San Michele. Anche a Savona sono sempre di più gli alloggi a piano terra, ricavati da ex attività commerciali, che grazie al cambio di destinazione d'uso del decreto Salva Casa, vengono trasformati in appartamenti (spesso affittati ad uso turistico).
Uno degli ultimi casi è quello di via Servettaz, dove si trovava un centro massaggi . Un fatto che non è sfuggito ad alcuni abitanti del quartiere che si sono rivolti alla nostra redazione lamentando la continua chiusura dei negozi di prossimità in zona (tra gli ultimi in questi anni quello di acquari nella via vicina e una parrucchiera).
Un tema che è stato sollevato di recente in consiglio comunale e noto a Palazzo Sisto che ha chiesto agli uffici di analizzare i dati per capire l’entità del fenomeno e la tipologia di richieste pervenute per fare un esame dei dati, e sul quale era già intervenuto Livio Di Tullio, segretario del Sunia.
"Il vice sindaco sta risolvendo il problema del commercio non con i temporary shop ma con le serrande abbassate trasformate in appartamenti – dice Di Tullio - . Battute a parte questo è un problema che quando inizia diffondersi è poi difficile da fermare e sono stupito che l'amministrazione non metta dei paletti al fenomeno e mi aspetto che ponga qualche regola. Ma non sono un amministratore; ho già fatto l'assessore all'urbanistica e lascio volentieri la questione a persone più brave di me".
“Parlare dell'ipotesi dei temporary così a sproposito e solo come provocazione - spiega la vice sindaco Elisa Di Padova – significa non aver capito nulla o forse non avere seguito i ragionamenti sul problema importante e delicato della lotta allo sfitto. In questo caso, invece, sul tema specifico della conversione dei negozi stiamo lavorando a modifiche al regolamento edilizio per evitare trasformazioni che, ahimè, sono possibili in base al vecchio Puc"”.
“E' un tema sicuramente attenzionato dall'amministrazione – dice l'assessore all'Urbanistica Italia Becco – e abbiamo proposto delle modifiche al Regolamento che possa limitare questo tipo di interventi; tratta di modifiche legate all'aspetto del decoro e tenendo conto del fatto che l'attuale Puc, approvato nel 2003, consente queste destinazioni d'uso e il Decreto Salvini tende ad allargare le possibilità di cambi di destinazione d'uso”.