Chi non si è mai soffermato, naso all’insù, a guardare le strisce bianche degli aerei stagliarsi alte nel cielo azzurro?
Suggestive. A volte definite a volte sbiadite. Da molto tempo sono pure oggetto di teorie per cui non sarebbero soltanto scie di condensazione dei gas di scarico degli aerei, ma sarebbero composte anche da agenti biologici o chimici, spruzzati in volo attraverso ipotetiche apparecchiature montate sui velivoli per alterare il clima terrestre.
L’idea del complotto
L’idea del complotto globale nasce negli Stati Uniti nel 1997 per opera di Richard Finke, un comune cittadino americano appassionato di bioterrorismo. Egli avanzò per primo l’ipotesi che le tracce bianche lasciate in volo dagli aerei fossero collegate ad un particolare pesticida (dibromo etilene) il cui scopo era quello di avvelenare la popolazione. La tesi, per quanto non avesse alcuna base scientifica, divenne presto virale e fu ripresa anche da alcuni giornalisti.
Cosa sono e di cosa sono fatte le scie di condensazione
In inglese si chiamano “contrails” e sono vere e proprie nuvole artificiali: quando un velivolo è in viaggio lascia dietro di sé i fumi di scarico (esattamente come le auto), che si formano dopo la combustione dell’idrogeno contenuto nel kerosene. Questi fumi, caldissimi, si disperdono a quota 10-12mila metri dove le temperature possono raggiungere i 40 gradi centigradi sottozero: qui avviene la condensazione in ghiaccio del vapore acqueo presente nei fumi di scarico. Proprio perché la trasformazione richiede qualche secondo, la scia lasciata dagli aerei non parte mai attaccata al jet, ma a distanza, anche 100 metri dopo.
L’esempio del fiato umano
Per renderla ancora più facile, gli esperti usano l’esempio del fiato umano: quando fa freddo l’aria espirata si trasforma per qualche decimo di secondo in una specie di nuvoletta. Più nel dettaglio gli scarichi del motore di un aereo contengono biossido di carbonio, ossidi di zolfo, azoto, carburante non bruciato, fuliggine e particelle di metallo, oltre al vapore acqueo. L’altitudine di un jet, la temperatura presente all’esterno in quel momento e l’umidità dell’atmosfera definiscono lo spessore, la lunghezza e la durata delle scie.
Scie di condensazione e meteo
Grazie a queste scie è possibile sintetizzare le condizioni meteo: una linea sottile e di breve durata significa che ad alta quota c’è bassa umidità e quindi bel tempo. Al contrario una striscia spessa, lunga e visibile per qualche minuto evidenza un alto tasso di umidità e può indicare l’arrivare del maltempo.
Scie di condensazione e riscaldamento globale
Le scie di condensazione sono anche indicate come responsabili del riscaldamento globale. La conferma arriva da uno studio della Nasa secondo cui i cirri che si formano da questi getti di vapore avrebbero causato l’aumento della temperatura globale tra il 1975 e il 1994. Non gli unici colpevoli e non in ogni regione del Pianeta. I ricercatori capitanati da Patrick Minnis hanno analizzato i dati della distribuzione di cirri sugli Stati Uniti di 25 anni e li hanno confrontati con le temperature. Hanno così scoperto che la copertura di queste nuvole era sensibilmente maggiore dove il traffico aereo era più congestionato.
Pochi gradi, ma pericolosi. Le nuvole, riflettendo i raggi solari, hanno la funzione di tenere al fresco la Terra. Ma possono anche trattenere il calore. Questo secondo effetto annulla il primo. Secondo Minnis, l’incremento di nuvole a partire dagli anni ‘70 avrebbe portato ad un aumento della temperatura al suolo da un minimo di 0,2 a un massimo di 0,3 per decennio. Poco a prima vista. Ma se si considera che soltanto 5°C ci separano dalla temperatura dell’ultima era glaciale, è facile intuire che anche variazioni piccole siano importanti.
Per avere le prove certe bisognerebbe fermare tutti i velivoli nel mondo per diversi mesi. Difficile certo, ma esiste un precedente. Tra l’11 e il 14 settembre 2001, a seguito degli attacchi alle Torri Gemelle, tutto il traffico aereo statunitense venne bloccato. In quel periodo si registrò una differenza tra le temperature minime e le massime (misurate rispettivamente di notte e di giorno) doppia rispetto alla normalità. Questo fenomeno potrebbe essere spiegato dalla diminuzione dei cirri da vapore che avrebbe permesso al calore solare di dissiparsi.
Il progetto di cancellare le scie di condensazione con l’I.A.
Tuttavia, queste scie, a cavallo tra segreti irrisolti e certezze poco consolidate, potrebbero avere i giorni contati. Grazie all’intelligenza artificiale, una partnership tra Google, Breakthrough Energy di Bill Gates e American Airlines mira proprio a ridurre il fenomeno delle scie di condensazione.
Secondo quanto spiegato, un gruppo di piloti di American Airlines ha effettuato 70 voli di prova nell’arco di 6 mesi, utilizzando le previsioni basate sull’IA di Google per evitare le altitudini che potessero creare le scie: i voli in cui i piloti hanno usato queste previsioni hanno ridotto le scie del 54% rispetto a quelli in cui i piloti non le hanno utilizzate. Dai risultati dei test emerge che l’ottimizzazione dei percorsi può portare ad un aumento di carburante, per lo più di bassa portata e nell’ordine del 2% in più.
Non sono stati forniti dettagli su come l’intelligenza artificiale riuscirà a rendere tutto questo possibile, ma è probabile che lo farà come già lo fa per le previsioni meteorologiche o per stimare le precipitazioni e i conseguenti allagamenti: immagazzinando quantità enormi di dati, serie storiche sulla formazione di scie di condensazione a una determinata ora di un determinato giorno di un determinato mese, ora per ora, giorno per giorno e mese per mese, combinando tutto con le varie altitudini cui gli aerei possono volare. Appunto sino a calcolare le rotte migliori per evitarne la formazione. O per nasconderle, come direbbero i complottisti.