Cari Lettori, il 9 gennaio del 1990 aprivo ufficialmente il mio studio; per questo motivo ho pensato di raccontarvi un po’ della mia storia.
La mia idea era di creare lo studio in cui mi sarebbe piaciuto essere curato. Per tutto il periodo dell’università (e anche durante l’anno di servizio militare) avevo dedicato parte del mio tempo libero a frequentare alcuni dei migliori studi dentistici, quelli che già al tempo lavoravano al meglio dello stato dell’arte, per cui, quando è arrivato il momento di aprire il mio, ho cercato di “copiare” tutte le buone idee che avevo potuto vedere negli studi in cui ero andato ad “imparare il mestiere”.
Ho fatto costruire su misura dei mobili che nascondessero gli attrezzi che potevano generare ansia e ho scelto un arredamento moderno, che evidenziasse la mia passione per la tecnologia. Credo di essere stato tra i primi in zona ad utilizzare una pompa di calore per riscaldamento, climatizzazione e ricambio d’aria e ricordo ancora l’espressione dei primi pazienti a cui mettevo la diga di gomma per fare una otturazione (qualcuno, ahimé, si stupisce ancora adesso…).
Mi guardavano come un marziano quando ho comprato i primi binocolini ingrandenti… poi si sono abituati perché, via via, ho acquistato il primo microscopio operatorio (in Liguria non credo fossimo più di una decina di studi ad utilizzarlo), la prima rete di computer per gestire le cartelle, la macchina per la chirurgia piezoelettrica, la radiografia digitale al posto delle vecchie lastrine, la macchina per la sedazione cosciente, per arrivare poi all’impronta ottica (con lo scanner al posto dei materiali da impastare e far indurire in bocca…).
Credo che, a parte i vari gadget tecnologici, la scelta che più ha caratterizzato da sempre il mio studio sia quella di dare pochi appuntamenti ogni giorno, sufficientemente lunghi da poter completare al meglio una o più terapie nel migliore dei modi per consentire ai pazienti di risolvere in poche sedute i loro problemi in un ambiente rilassato in cui ci sia modo di ascoltare un po’ di musica e scambiare due parole.
Lo so, qualcuno, abituato a ricevere terapie più “sbrigative”, mi trova lento… ma che senso avrebbe aver investito tempo e (parecchio!) danaro in corsi e congressi per poi lavorare “alla Carlona”? Questo modo di lavorare mi consente di garantire le mie terapie per almeno 5 anni… ma in realtà è successo ben poche volte di doverle rifare anzitempo!
Qualcuna ha detto “scegli un lavoro che ti piace e non lavorerai un solo giorno della tua vita”; io ho avuto questa fortuna e di questo devo ringraziare i miei genitori (che mi hanno consentito di studiare), ma anche la mia “famiglia lavorativa” con cui ho condiviso questi anni e cioè Alberto (l’odontotecnico con cui lavoro da una vita), Ivana (riduttivo, dopo 35 anni di lavoro insieme, chiamarla solo “la mia assistente”…), i miei maestri (come Piero, Richard, Arnaldo, Herbert…) e poi tutto i mondo che ruota intorno alla nostra professione (fornitori come Pier e Marco, i nuovi tecnici del laboratorio di Antonio, Sebastiano “Pine” che ripara da sempre le mie attrezzature, tutto lo studio di Mirko a cui faccio consulenza, lo staff dell’Università di Genova con cui collaboro fin da allora…); last but not list Enrico (l’editore di questa testata che pubblica da anni i miei articoli).
Il vero ringraziamento va però ai miei pazienti, sia quelli “storici” che quelli di acquisizione più recente (ed anche quei pochi che mi hanno scelto solo per “un po’”): è grazie alla fiducia di tutti loro se, dopo 35 anni, sono ancora qui a fare il lavoro che mi piace; per questo motivo ho scelto di esprimere la mia riconoscenza a tutta la mia città attraverso i più piccoli, offrendo a coloro che chiameranno lo studio al numero 019 600645 entro il 22 febbraio, la possibilità di fruire di un trattamento di prevenzione per i loro bimbi. Se avete dubbi o domande sul vostro sorriso, continuate a scrivermi a dottore@attiliovenerucci.it , risponderò privatamente e, se l’argomento sarà di interesse generale, potrà essere il tema di un prossimo Salvadente.