“La chiusura di Benetton, un altro negozio storico in città, è un segnale allarmante. Con questa ennesima serrata, salgono a cinque le attività che chiudono, di cui quattro appartenenti al settore moda. Tra queste ricordiamo Spizzy, Il Pellicano, la Lavanderia Santa Rita e la Boutique Anna. Questo dato dovrebbe farci riflettere”. Lo afferma in una nota Donata Gavazza, presidente di Federmoda Savona.
“Alle attività economiche di prossimità viene anche riconosciuto un alto valore sociale – aggiunge -: è vissuta come un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili un presidio di sicurezza , una garanzia di cura dello spazio pubblico e un facilitatore dell’integrazione. Uno dei motivi delle scelte di acquisto al di fuori del proprio quartiere deriva dall’avanzamento della desertificazione commerciale, ovvero dal calo o addirittura dalla totale assenza di negozi tradizionali vicino alla propria abitazione rispetto alla propria zona di residenza, infatti, per i negozi specializzati si avverte prevalentemente una diminuzione, come nel caso dei negozi di abbigliamento ed elettronica e dei servizi essenziali, tra cui gli alimentari , solo i servizi per il tempo libero (tra cui bar e ristoranti) sono percepiti in aumento”.
“La percezione dell’avanzamento della desertificazione porta con sé un forte sentimento negativo che spinge un italiano su cinque (22%) addirittura a ipotizzare di cambiare abitazione nel caso in cui il fenomeno dovesse acuirsi nella zona in cui abita – scrive -; molte persone provano un senso di tristezza di fronte alla chiusura dei negozi nelle strade della propria città e il 74% ritiene che tale fenomeno incida negativamente sulla qualità di vita nella zona di residenza. Forte è la consapevolezza della difficoltà di una loro riapertura ed in molti sostengono che difficilmente un negozio chiuso nel proprio quartiere verrà sostituito da un altro. L’e-commerce, la concorrenza sleale di grandi marchi, l’aumento spropositato dei prezzi ed il caro-affitti questi sono alcuni degli elementi che stanno mettendo in seria difficoltà le attività commerciali ed in particolare i negozi di vicinato e le botteghe storiche, il cuore pulsante di un territorio”.
“Il periodo di negatività del settore moda ci sta accompagnando almeno fin dall’inizio del 2023 e quindi dopo la ripresa dal Covid c’è stato un cambiamento da parte dei consumatori – spiega -, per due ragioni fondamentali. Per prima cosa l’aumento dei prezzi che inevitabilmente ha comportato la possibilità che il consumatore non si avvicinasse più con la stessa leggerezza, che aveva in precedenza, al bene da acquistare. L’’acquisto di un prodotto costoso presenta indubbiamente difficoltà anche da un punto di vista psicologico. Altro fattore è la concorrenza, devo dire, sleale, soprattutto da parte dei grandissimi gruppi e dal mercato online che molto spesso non rispettano le stesse regole dei negozi di vicinanza. Per sleale si intende che spesso non vengono pagate le stesse tasse, soprattutto con domicilio fiscale all’estero. Noi in Italia abbiamo tasse che spesso ci paralizzano”.
“Questo purtroppo è un fenomeno presente in tutto il Paese. Noi ci auguriamo che si occupa di questo nella nostra città non lo sottovaluti ma lo affronti e risolva nella maniera più veloce – conclude Gavazza - ricordando che i negozi di vicinato sono una sicurezza per la comunità”.