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Eventi | 03 gennaio 2025, 15:22

Finale, weekend dell'Epifania con la letteratura: alla CentoFiori due appuntamenti con "Un libro... un autore"

Sabato 4 e domenica 5 gennaio protagonisti Ottavio Davini per parlare del rapporto con la medicina e Paolo Colombo che presenterà il suo romanzo "Un sogno così"

Finale, weekend dell'Epifania con la letteratura: alla CentoFiori due appuntamenti con "Un libro... un autore"

Sarà protagonista del prossimo fine settimana antecedente l'Epifania la rassegna letteraria finalese organizzata dall'Associazione Cento Fiori "Un libro... un autore", con un doppio appuntamento per le giornate di sabato 4 e domenica 5 gennaio.

Nei locali della libreria omonima dell'associazione, in via Ghiglieri 1 a Finale Ligure, sempre alle ore 18, il primo degli appuntamenti sarà col medico radiologo, primario e per cinque anni direttore sanitario alle Molinette di Torino Ottavio Davini, che parlerà del rapporto che abbiamo oggi, nell'epoca del post-Covid, con la medicina. Lo farà, nell'incontro condotto da Franco Merletti, attraverso i suoi libri "Medicina" e "La medicina che non c'è".

Nel precario equilibrio tra meraviglia e frustrazione per le scienze mediche, conoscere le grandi idee che, nel corso della storia, hanno cambiato così profondamente la medicina è un modo semplice e diretto per familiarizzare con le tappe che ci hanno condotto negli  ultimi cento anni a raddoppiare l’aspettativa di vita, ma al contempo per capire quali siano ancora i limiti della medicina, e come sia difficile valicarli. Il libro "Medicina" descrive quei momenti,  inserendoli nel contesto storico  e culturale, e dando al lettore, attraverso  un linguaggio preciso ma comprensibile, gli strumenti per sapere cosa possiamo ragionevolmente aspettarci oggi  (e perché) e cosa può invece venire dal futuro e dalla ricerca. Ne "La medicina che non c'è", invece, il dottor Davini affronta la difficoltà di comprendere la scienza e la sua complessità, temi sempre più evidenti grazie alla pandemia. Il caos comunicativo ha evocato, nel bene o nel male, una medicina che non c’è. Davini mostra quindi come imparare a convivere con le inevitabili incertezze, e non essere in balia degli istinti o della peggiore politica. Per credere nella vera medicina, e non nelle illusioni.

Il secondo appuntamento, domenica 5 gennaio, sarà invece con l'autore di numerosi saggi e monografie, nonché docente universitario di Storia e collaboratore Rai, Paolo Colombo che presenterà il suo romanzo "Un sogno così".

A Milano, nel 1952, la primavera arriva dolce e prepotente. Carlo ha poco più di vent’anni e con la sua Lambretta sfreccia nel quartiere periferico del Giambellino, tra prati incolti e palazzi in costruzione, tra il fermento della rinascita e le cicatrici della guerra. Durante quegli anni di fame e bombardamenti, nella sua famiglia ci si è improvvisati commercianti. Si è sopravvissuti, ed è già stato tanto. Ma adesso Carlo ha in mente qualcosa di più: aprirà un negozio, di ferramenta, e in quei pochi metri quadrati costruirà – un chiodo, una vite, un bullone alla volta – il suo piccolo miracolo nel turbinare imminente del grande miracolo economico italiano.
Intanto l’America si avvicina, i televisori entrano nei salotti, in città nasce il primo supermercato, spuntano semafori e si moltiplicano automobili che correranno su strade prima inesistenti: cresce un profondo senso di libertà, fosse anche solo quella di andarsene una giornata al mare per assaporare l’incommensurabile bellezza della terra in cui si vive, di rendere propria una musica capace di farsi anima, di assaggiare i germogli di una cultura che sboccia con mezzi mai avuti a disposizione. È un intenso e fattivo affaccendarsi, denso di lavoro ma intessuto di sentimenti. Di amore: come quello di Carlo per Liliana, ingenua e delicata, trasparente e spontanea, capace di essere moglie e madre in un modo anch’esso diverso, più libero e felice. Il mondo preme e si agita intorno a quella giovane coppia in un ribollire di speranze, promesse e trasformazioni epocali, ma anche di mutamenti minuscoli, sottili, quasi invisibili che si scoprono comunque degni di memoria, parti di un avvenire che giorno dopo giorno si tramuta in presente. 

Nella parabola privata di una famiglia, la sua, Paolo Colombo traccia un’epopea che si svolge nella cornice della Storia collettiva del nostro paese: con le sue miserie, i suoi riscatti e, più spesso di quanto siamo soliti pensare, i suoi squarci di grandiosità. E tutto – davvero tutto – è importante, perché ogni singolo tassello contribuisce alla costruzione di ciò che siamo stati. Di ciò che siamo. E di ciò che ancora potremmo essere. È così che va con la Storia e con la vita: ci siamo immersi dentro. Inevitabilmente, irrimediabilmente. I più fortunati remano. Tutti gli altri nuotano, più o meno goffi.

Redazione

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