Attualità - 16 dicembre 2024, 17:45

Crisi industriali, Pasa (Cgil) scuote la Regione: "Sia Bucci a interloquire col Governo sul futuro delle aziende, non i commissari"

Il segretario del sindacato chiede più autorevolezza presso il Governo: "Per ora tante parole e tanta buona volontà ma nessun risultato"

“La Regione Liguria sia più autorevole nel pretendere risposte dal Governo, in queste settimana abbiamo sentito solo tante parole, tanta buona volontà, ma per ora nessun risultato, nessun incontro è stato calendarizzato presso i Ministeri e la Presidenza del Consiglio per le crisi industriali savonesi”

“Siamo estremamente preoccupati perché sulle crisi industriali 'storiche' del savonese continua ad esserci un silenzio assordante da parte della Regione Liguria, anche in queste prime settimane di amministrazione - spiega il segretario savonese del sindacato - nulla su Piaggio Aerospace, Funivie e Sanac; ma ancor peggio nessuna risposta sul comparto del vetro e dell’auto. In questi giorni nessun intervento diretto o indiretto del presidente Bucci, migliaia di lavoratrici e lavoratori della Provincia di Savona pretendono risposte dalla politica regionale, così come pretendiamo che sia il presidente della Regione a interloquire con il Governo e i Ministeri interessati per coinvolgere il territorio sulle scelte di politica industriale e sul futuro delle tre aziende e non i Commissari, perché ci sono in gioco oltre un terzo degli occupati dell’industria savonese, oltre 3 mila sui 10 mila complessivi”

“C’è il Paese descritto da Giorgia Meloni, e poi c’è il Paese reale, quello nel quale a settembre e ottobre sono state autorizzate milioni di ore di ammortizzatori sociali in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente + 23%, che corrisponde a circa 250 mila lavoratrici e lavoratori sospesi a zero ore - continua - Il Paese non corre più. Anzi, non si muove proprio. Non bastavano i numeri della produzione industriale che continua a peggiorare da ben 21 mesi consecutivi. Non bastavano le stime dimezzate del Pil 2024 da parte dell’Istat. I dati che fanno più male perché incidono la carne viva della popolazione sono quelli che certificano l’esplosione della cassa integrazione, dei licenziamenti e delle chiusure di aziende soprattutto nel settore industriale e manifatturiero italiano”.

Per Pasa c'è da sottolineare un aspetto legato alle quote dell'impiego e al precariato in particolare: “A questo quadro nerissimo va aggiunta una considerazione che spesso volutamente si dimentica: il primo ammortizzatore sociale per le imprese resta la decisione di lasciare i precari a casa. Quando l’aria si fa pesante, lavoratrici e lavoratori a termine e somministrati sono i primi a saltare alla scadenza dei contratti e non vengono tracciati dalle statistiche sulla cassa integrazione, oppure le centinaia di dimissioni volontarie di lavoratrici e lavoratori dalle imprese interessate dalle crisi. Quei lavoratori che già sono precari e con un reddito discontinuo non dovrebbero essere i primi sacrificati e sacrificabili nella gestione delle crisi. Uno degli obiettivi primari dovrebbe essere quello di tenere insieme, in maniera inclusiva, tutti i lavoratori e trovare anche soluzioni adeguate. Di fronte alla crisi di un’azienda non si dovrebbero recidere quei vincoli di solidarietà e si dovrebbero ricercare risposte il più uniformi possibili. Servirebbe ripensare gli ammortizzatori sociali a 360 gradi perché oggi, ma soprattutto nei prossimi mesi, rischiano di non essere sufficienti ad affrontare lo tsunami che si abbatterà nel comparto industriale e manifatturiero Italiano”

“Invece il Governo continua a fare l’esatto contrario - accusa il massimo esponente della Camera del Lavoro di Savona - nonostante la contrazione dei mercati e le centinaia di crisi che si sono aperte nel corso del 2024 e quelle che non si sono risolte da troppo tempo. 

Per non parlare delle grandi transizioni di cui si discute in Europa: quella digitale e quella ambientale. “Processi che pongono la necessità di supportare scelte politiche industriali ben definite per orientare nuove scelte produttive. Il governo dovrebbe anticipare misure a supporto di queste grandi transizioni per garantire continuità mentre si ammodernano strutture, tecnologia e processi produttivi. Per farlo senza il rischio di ridurre l’occupazione. Sulla legge di bilancio abbiamo provato a proporre ammortizzatori ad hoc, dedicati alle transizioni, senza risposte da parte del governo. Eppure questi sono fattori che dovremmo anticipare - prosegue Pasa - Per evitare tutto questo, il Governo dovrebbe fare scelte di politica industriale che adesso non fa e a queste scelte dovrebbe correlare strumenti, finanziamenti e investimenti unendo politiche passive e politiche attive che possano orientare e supportare i processi formativi sul lavoro”

“Una visione, una strategia, insomma, di fronte alla mera narrazione. Servirebbe questo per ridurre quei numeri sulla cassa integrazione che alla fine sono storie di vita vissuta. Sapere su cosa puntare e razionalizzare gli investimenti. Per cambiare una realtà che è sempre più nera” conclude il segretario di Cgil Savona, Andrea Pasa.

Redazione