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Attualità | 13 dicembre 2024, 07:26

13 dicembre Santa Lucia: la sua storia e perché si festeggia

Molti bambini ricevono i doni. Protettrice degli occhi, la sua festa precede il Natale

“Seppellimento di Santa Lucia”, Caravaggio, olio su tela, Santuario di Santa Lucia al Sepolcro a Siracusa

“Seppellimento di Santa Lucia”, Caravaggio, olio su tela, Santuario di Santa Lucia al Sepolcro a Siracusa

Ogni anno i bambini aspettano con trepidazione “Santa Lucia la notte più lunga che ci sia”.

Questa ricorrenza, molto sentita in alcune zone d’Italia, è in calendario il 13 dicembre. Santa Lucia è una sorta di Babbo Natale al femminile, perché porta i doni in sella al suo asinello per il cui ristoro le famiglie lasciano del fieno sulla finestra. Ma qual è la sua storia e perché si festeggia? Scopriamolo insieme.

La leggenda di Santa Lucia

Santa Lucia, per tradizione, porta dolci e regali ai bambini, che non devono aspettarla svegli, per evitare che la santa (che a quanto pare non fa sconti a nessuno) getti della cenere negli occhi dei più piccoli. Santa Lucia viene di solito ritratta con un piattino su cui sono posati i suoi occhi. La leggenda si tramanda da secoli, forse millenni: pare che la giovane Lucia avesse fatto innamorare un ragazzo, abbagliato dalla bellezza dei suoi occhi. Il giovane li avrebbe chiesti in regalo a Lucia, che dunque gli avrebbe donato i suoi occhi: miracolo, da cieca riprese la vista, e un nuovo paio di occhi. Ma il destino beffardo volle che il ragazzo glieli chiedesse di nuovo: Lucia si rifiutò, e per questo venne uccisa con una coltellata al cuore. Un femminicidio d’altri tempi.

La vera storia di Santa Lucia

Di fianco alla leggenda, esiste la storia cattolica. Lucia nacque a Siracusa tra il 281 e il 283. Rimasta orfana di padre a soli 5 anni, Lucia decise di andare in pellegrinaggio al sepolcro di Sant'Agata a Catania dopo che anche la mamma si ammalò. Proprio qui, secondo la leggenda, vide Sant'Agata in sogno che le disse che sua madre sarebbe guarita. E così fu. Da quel momento Lucia scelse di dedicare la propria vita ai poveri e ai bisognosi, rifiutando perfino un giovane che voleva sposarla. Lui si offese e la denunciò alle autorità per la sua fede cristiana, all’epoca fuorilegge. Catturata dal prefetto, il 13 dicembre del 304, Lucia non rinnegò mai la sua fede e anche se provarono a portarla via e a bruciarla viva non ci riuscirono. Le fiamme, infatti, si aprirono senza mai sfiorarla finché il prefetto non decise di tagliarle la gola dopo che lei pronunciò questa frase: «Tu obbedisci a Cesare e io obbedisco a Dio».

Santa Lucia nell’arte

A Siracusa, presso il quartiere Santa Lucia, si erge il santuario di Santa Lucia al sepolcro. Sul suo altare è esposta la grande tela del “Seppellimento di Santa Lucia”, dipinta da Caravaggio nel 1608. L’opera ritrae un vescovo nell’atto di benedire la martire, due figure in primo piano intente a scavare la fossa per il suo corpo e altre persone che presenziano al funerale. Santa Lucia è inoltre tra i protagonisti della Divina Commedia di Dante Alighieri. Ella, che rappresenta la grazia illuminante, compare in tre diversi punti dell’opera, uno per cantica. Nell’Inferno e nel Purgatorio viene menzionata come figura fondamentale per la prosecuzione del viaggio da parte di Dante, mentre nel Paradiso le viene attribuita gloria immensa.

Santa Lucia a Venezia

Le spoglie di Santa Lucia si trovano a Venezia e vi giunsero grazie al doge Enrico Dandolo che le trasferì in laguna nel 1204, durante la IV Crociata. Precedentemente, nel 1039, il generale bizantino Giorgio Maniace le aveva riportate a Costantinopoli dopo che la popolazione siracusana era riuscita a nasconderle durante la dominazione araba della Sicilia. Il corpo di Santa Lucia è conservato in una cappella della chiesa di San Geremia, costruita con il materiale proveniente dalla demolizione della chiesa palladiana di Santa Lucia. Quest’ultima fu abbattuta per far posto alla stazione ferroviaria di Venezia, che porta ancora oggi il nome della Santa. Meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, l’urna trasparente mostra il corpo vestito di abiti preziosi, con il volto coperto da una maschera d’argento voluta nel 1955 dall’allora Patriarca di Venezia Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, per proteggerlo dalla polvere.

Protettrice della vista

Secondo la leggenda Lucia, il cui nome deriva dalla parola latina lux, luce, si prendeva cura dei cristiani che si nascondevano nelle catacombe di Siracusa. Per farsi strada nel buio, si narra indossasse una corona di candele. La sua figura è tradizionalmente associata al ritorno della luce che segue la stagione invernale. Il giorno che le è dedicato, il 13 dicembre, prima della riforma gregoriana era vicino al solstizio d’inverno, ovvero il giorno più corto dell’anno. Il legame tra Lucia e la luce è sottolineato anche dal fatto che è considerata protettrice della vista.

La notte più lunga che ci sia?

Nonostante la rima venga benissimo, quella di Santa Lucia non è “la notte più lunga che ci sia”, come dice il detto popolare: il giorno più corto dell’anno è quello del solstizio d’inverno, che cade il prossimo 21 dicembre. Come detto, la spiegazione si ritrova nel passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano, avvenuto nel 1582, quando per consentire l’allineamento con la nuova programmazione del tempo, furono cancellati i giorni dal 5 al 14 ottobre, spostando così quello dedicato a Santa Lucia a una decina di giorni prima del solstizio d’inverno. Ma è comunque una notte affascinante per alzare gli occhi al cielo: proprio nelle notti a venire è previsto il picco delle Geminidi, lo sciame delle stelle cadenti di dicembre. Per vederle, bisogna andare in luoghi più bui possibile, dove non ci sia illuminazione artificiale. Portatevi dietro un desiderio da esaudire, nel caso.

Silvia Gullino

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