“Non perdiamo tempo. Uniti contro la violenza di genere e in ascolto dei ragazzi”.
E' questa la sintesi del messaggio lanciato durante il convegno che si è svolto ieri a Palazzo Tagliaferro, ad Andora, dal titolo “Prevenzione alla violenza di genere – Strategie quotidiane”, divenuto nei fatti un tavolo tecnico visti gli interventi di relatori qualificati, rappresentanti politici delle istituzioni locali, funzionari operanti nelle politiche sociali, docenti, psicologi dello Zonta Club e Forze dell’ordine Polizia locale, Carabinieri, Aeronautica militare che con la loro presenza hanno voluto testimoniare forte sensibilità verso il problema. Obiettivo comune la parola prevenzione.
La psicologa Gabriella Marano, ospite attesa del convegno e consulente della famiglia Cecchettin, ha fatto una analisi puntuale di tutte le tipologie di violenza di genere, fisica, psicologica, economica, di assistenza che coinvolge le donne come i minori e sulle cause di matrice socio culturale e anche famigliare. Ha descritto le caratteristiche degli insospettabili che compiono gesti di violenza estremi contro le loro compagne, anche in contesti sociali non degradati: “Sono uomini e giovani inseriti socialmente, ma con disfunzioni della personalità. Fanno parte di famiglie rispettabili, come il caso Cecchettin ha reso evidente, culturalmente preparate, ma spesso incapaci di creare relazioni d’amore sane” ha detto la Marano, concludendo: “Non perdiamo tempo. Bisogna agire con determinazione e in certi casi togliere la podestà genitoriale: fondamentale è garantire risorse economiche per i servizi sociali che operano in contesti sociali di forte degrado. L’unità di intenti che vedo ad Andora è davvero rara, soprattutto perché qui si è scelto di agire sulla prevenzione che insieme alla protezione e al perseguimento dei colpevoli fanno parte delle azioni da mettere in campo per proteggere le vittime di violenza. Agire per quanto possibile all’origine dei problemi è la giusta scelta”.
Ieri a Tagliaferro è risultato evidente che scuola, istituzioni pubbliche e associazioni come lo Zonta Club Alassio – Albenga che sostiene il progetto di Andora con i suoi psicologi, già operano e sono pronti a migliorare e coordinare la loro azione quotidiana. Il progetto di Andora mette al centro le giovani generazioni ai quali vuole offrire strumenti di crescita.
“Prevenzione e cultura del rispetto, a prescindere dal genere, sono risultati i temi centrali nel percorso da fare tutti insieme – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Monica Risso - I ragazzi chiedono di essere ascoltati, lo hanno dimostrato nel lavoro fatto con le psicologhe Graziella Cavanna e Beatrice Pandolfo dello Zonta Club Alassio-Albenga con cui il Comune sta portando avanti il progetto “Le parole che fanno male” che coinvolge docenti e studenti dell’Istituto Comprensivo Andora-Laigueglia. Gli studenti hanno capacità e volontà di reazione, sensibilità adatta a creare nuove di modalità di relazione fra di loro. Basta dargliele l’opportunità. I docenti chiedono a loro volta strumenti per individuare eventuali difficoltà nei ragazzi. Il convegno di ieri ha dimostrato che ad Andora c’è una comunità educante che opera quotidianamente, che deve procedere unita negli intenti e che vogliamo sostenere con continuità. Bambini e ragazzi sereni saranno adulti equilibrati in futuro che non confondono l’amore con il possesso della persona e che sapranno affrontare le inevitabili delusioni e difficoltà della vita affettiva”.
Maria Grazia Timo, presidente dello Zona Club Alassio-Albenga oltre a confermare l’impegno concreto nel progetto proposto da Andora, in chiusura ha lanciato un altro punto di riflessione. “Che generazione è la nostra che in alcuni casi è così in difficoltà con le relazioni affettive o ha cresciuto uomini e donne che non sanno relazionarsi con i figli o con i compagni di vita?”.
Mattia Poggio, responsabile dell’Ufficio Politiche sociali del Comune di Andora ha comunicato che l’ente è stato il primo, già lo scorso settembre, a realizzare un protocollo operativo per la gestione del maltrattamento e l’abuso di minori, che vede tra i soggetti sottoscrittori, oltre al Comune di Andora, anche l’Istituto Comprensivo Andora/Laigueglia e le forze dell’ordine operanti sul territorio comunale, Carabinieri di Andora e Polizia Locale, ricordando che le normative mettono fra gli obblighi degli insegnati anche la segnalazione di eventuali problematiche percepite a carico degli studenti.
In base al progetto promosso al comune, nella mattinata di ieri, gli studenti delle classi terze delle media di Andora, avevano partecipato ad un laboratorio, a Palazzo Tagliaferro, con le psicologhe dello Zonta Graziella Cavanna e Beatrice Pandolfo, in cui hanno riflettuto sui contenuti degli scritti con cui, in forma anonima, i compagni avevano descritto le parole che feriscono. A fine laboratorio hanno scritto anche le parole che li rendevano felici e espresso i loro sentimenti attraverso un disegno comune. In molti, ha detto la dottoressa Cavanna, hanno concluso l’incontro dicendo “Quando ci rivediamo? Oggi siamo stati insieme ai compagni in modo diverso.”