"Eppur bisogna andare, Renato. L'urgenza che si legge nelle parole di Felice Cascione, che nel suo canto ha raccontato senza retorica la storia nobile della lotta partigiana, è la stessa urgenza che ha caratterizzato la tua vita".
Inizia così la lettera aperta di saluto a Renato Zunino dell'Anpi di Celle, la sua Anpi, la sezione che tanto ha voluto ricostituire nel giugno del 2019.
L'ex storico sindaco cellese dopo essere stato contattato nel marzo di 5 anni e mezzo fa da due giovani cellesi, preoccupati per l'affissione di uno striscione di CasaPound posizionato nei pressi del Monumento ai Caduti, aveva lavorato per ricreare la sezione Anpi (in passato il presidente era stato il compianto Michele Beltrami scomparso nel marzo del 2023) e trovare un successivo luogo di ritrovo.
Da lì la scelta che ricadde sulla Società di Mutuo Soccorso, con la sede che venne intitolata ai fratelli Figuccio Jim e Stiv. Partigiani di 25 e 19 anni che di ritorno dalla visita ai genitori a Celle vennerò trucidati ad Altare il 20 gennaio del 1945.
Zunino fece ritornare l'Anpi grande, con un numero di iscritti tra i più alti sicuramente di tutta la provincia. Poi la nomina a presidente provinciale con la sezione cellese che ha continuato a portare avanti con un gran supporto dei giovani e meno giovani iscritti.
"Quella delle persone sicure di sé, perché forti delle proprie idee e dei propri valori, quella delle persone salde, decise, determinate, che non vacillano, perché guidate da ideali radicati e costruiti in anni ed anni di impegno. Nel tuo caso di impegno politico e di cammino a guida di una comunità, a cui semplicemente hai dedicato la vita - hanno detto dall'Anpi cellese - Chi ti conosce bene sa quanto forte fosse il legame che avevi con il paese in cui sei nato, chi ha potuto conoscerti da giovane sindaco sicuramente ha condiviso con te un'idea nuova di paese e di sviluppo, progetti lungimiranti e visioni di futuro, che tenevano finalmente conto della comunità che rappresentavi, tu primo sindaco comunista di Celle Ligure, figlio di mezzadri, come amavi definirti. Un'idea di comunità che derivava proprio dalle tue origini di cui andavi così fiero, dalla tua giovinezza e dall'urgenza di costruire, partendo dagli ideali di giustizia sociale, uguaglianza, accoglienza, che sono gli stessi che hai ritrovato anni dopo in ANPI".
"Chi, come molti di noi, ti ha conosciuto più tardi, ha ritrovato un uomo più moderato, attento, capace di mediazione e compromessi, indispensabili per chi è figlio e portavoce delle istituzioni, ma talvolta difficili da comprendere per chi si affaccia all'impegno politico e civile con la foga della giovinezza. Ma anche noi ti abbiamo conosciuto con la stessa urgenza di fare, con quella forza, energia ed impegno che sono stati la cifra costante della tua vita. E abbiamo sorriso nel leggere le parole di alcune persone che, in questi giorni tristi, raccontano della tua gentilezza e del tuo sorriso, perché Renato tu eri altro: eri burbero ed irascibile, quasi sgarbato e davi l'impressione di essere concentrato solo su te stesso e la tua opinione - proseguono - Ma in realtà eri un grande ascoltatore, avevi la straordinaria capacità di cambiare idea, di accogliere le idee, i progetti, le opinioni degli altri, di farli tuoi e difenderli come se fossero nati da te, di difendere e proteggere chi ti stava vicino, eri fedele e non portavi rancore e delle offese ti importava poco o niente. Per queste ragioni, per tanti anni sei stato un leader".
"Anche da presidente di ANPI della sezione di Celle, che hai ricostruito da zero, sei sempre stato presente, energico ed attento: in pochi anni con la sezione abbiamo fatto un percorso di crescita straordinario, costruito un'associazione che oggi ha 150 iscritti, raccolto fondi, realizzato iniziative importanti, costruito rapporti con le scuole e con le altre associazioni, parlato di antifascismo, di Costituzione, di democrazia e libertà e delle nuove resistenze - ricordano nella loro lettera aperta - Con te era facile, perché sapevi accogliere le proposte, magari all'inizio mugugnando un po', ma poi facendole tue e impegnandoti più di tutti per realizzarle: è diventato tuo il nostro desiderio di far conoscere il dramma dei migranti della rotta balcanica, così come il massacro del popolo palestinese, percorsi in cui ci sei stato a fianco, sostenendoci e credendo in noi. Resistenza era anche per te il desiderio di stare dalla parte dei più deboli, delle persone dimenticate, era accoglienza ed integrazione, il condividere le piccole e grandi battaglie sui diritti civili, il tuo spirito rimasto ribelle e senza pregiudizi, con lo sguardo sempre aperto sul futuro, più giovane di quello di tante persone con molti anni meno di te".
"Così ti ricorderemo sempre in mezzo ai ragazzi, in fortezza, a celebrare il 25 aprile con una grande festa in cui credevi, come avevi creduto nelle Feste dell'unità della tua giovinezza, di cui tanto raccontavi. Domani (oggi.ndr) dovremo fare i conti con la tua assenza, con l'eredità enorme dalla tua forza e con quella fragilità che nascondevi così bene dietro l'urgenza del fare, ma la strada l'hai tracciata tu, noi adesso dobbiamo andare" concludono dalla sua Anpi di Celle.