Era l'ultimo passaggio formale da parte dell'amministrazione, dopo l'approvazione in consiglio comunale, per procedere con la richiesta al Ministero dell'Interno del riconoscimento per Savona del valore o al merito civile per le bombe "nere" che, negli anni Settanta, hanno colpito la città.
Ora sarà compito del Segretario Generale, che dovrà raccogliere e trasmettere agli organi dello Stato tutto il materiale storico-documentale utile alla valutazione conseguente; il Sindaco, inoltre, avrà mandato di trasmettere la presente deliberazione al Ministero dell'Interno, tramite la Prefettura di Savona.
La pratica era stata approvata in consiglio comunale con 31 voti favorevoli e un consigliere che non si è espresso, su una mozione presentata dal sindaco Marco Russo.
Ecco le motivazioni della richiesta illustrate alla giunta su quanto approvato in consiglio comunale : "La 'vigilanza democratica di massa', attuata quotidianamente dalla cittadinanza nel suo complesso", spiega l’amministrazione, "in ogni ora del giorno e della notte per un prolungato periodo, a fronte di oggettive situazioni di pericolo collettivo per l'incolumità delle persone, costituisce fattispecie idonea a essere considerata meritevole di ricompensa al valore o al merito civile, come delineato dalla normativa e attestato da copiosa documentazione storica, principalmente consistente in articoli di quotidiani e foto d'epoca, anche di documentazione pubblico-amministrativa conservata per la memoria dei posteri e reperibile presso l'ISREC Savona, Fondazione Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della Provincia di Savona Umberto Scardaoni E.T.S.”.
"La città e la provincia di Savona subirono, fra l’aprile 1974 e il maggio 1975, 12 attentati dinamitardi, 7 dei quali concentrati in sole due settimane (dal 9 al 23 novembre 1974)" – spiega la giunta – Un attacco prolungato e martellante contro scuole, edifici pubblici, linee ferroviarie, autostrade, centrali elettriche, abitazioni private, che provocò due morti (Fanny Dallari e Virgilio Gambolati) e una ventina di feriti e costrinse molte famiglie ad abbandonare i propri alloggi devastati".
"Gli attentati – che almeno in un caso arrivarono a sfiorare la strage – furono rivendicati dal gruppo neofascista 'Ordine Nero'- prosegue - A rendere questa vicenda un unicum, tuttavia, non fu solo l’intensità e la durata senza precedenti dell’attacco, ma anche e soprattutto la risposta che i savonesi seppero opporre alla sfida delle bombe: una grande mobilitazione civica che, nei mesi di novembre e dicembre in particolare, arrivò a coinvolgere nella sorveglianza di scuole, fabbriche, quartieri, 8-10.000 persone (in una città che allora contava 80.000 abitanti), di tutte le età ed estrazioni sociali e di diverse appartenenze politiche. Un’esperienza pacifica, disarmata, democratica, che puntò a contrapporre alla violenza degli attentati la forza dello spirito civico e della partecipazione".